Casello di Dalmine, adesso si parte
Dopo 20 anni forse è la volta buona

Attraversato in media da oltre 29 mila veicoli al giorno – più di quelli che transitano da Bergamo, Capriate e Seriate –, il casello di Dalmine da anni è in sofferenza.

Ora, dopo vent’anni dalla prima convenzione sottoscritta da Anas e Autostrade per l’Italia in cui rientravano i lavori all’uscita dalminese, poi non andata in porto, forse è la volta buona. C’è un progetto condiviso tra le parti: ossia Autostrade per l’Italia, Comuni di Dalmine e Stezzano, Provincia di Bergamo e Regione Lombardia, che sta pian piano seguendo il suo iter. Prevede la costruzione di un’arteria di ingresso/uscita che scavalchi l’autostrada e si colleghi alla rotonda delle Due Torri e da lì direttamente in tangenziale sud e viceversa, con un costo stimato dai 12 ai 13 milioni di euro.

È notizia di qualche giorno fa che il ministero dell’ambiente ha finito le procedure di esclusione dalla Valutazione di Impatto Ambientale e che ASPI può quindi partire con la progettazione definitiva. La cattiva è che i tempi si sono allungati: più o meno di un anno. Era il maggio 2017 quando sul cielo dalminese e dei comuni limitrofi sono comparsi i primi aquirostati per le rilevazioni dei dati dei traffico, numeri presentati, insieme al progetto preliminare, a luglio dello stesso anno. Si pensava di riuscire a sviluppare il definitivo entro il 2017 per poi sottoporlo al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti ma si sta partendo solo ora.

Il progetto di cui parliamo è quello che permetterà di collegare il casello dalminese con la tangenziale sud. Ad oggi infatti chi entra e esce dall’autostrada A4 a Dalmine non può immettersi direttamente in superstrada ma deve prima per forza passare dalla rotonda del Brico, intasando così di fatto tutta la viabilità della zona già congestionata dai tre semafori presenti sulla provinciale 525.

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