«Dopo di noi», un progetto a Mozzo
Un gruppo di disabili vive senza genitori

Vivere insieme, convivere sotto lo stesso tetto tra persone con gravi disabilità. Un progetto sociale importante che è sostenuto da una nuova legge «Dopo di noi» e che è stata messa in pratica a Mozzo. Dove

Si chiama «Dopo di noi» ed è la legge appena approvata rivolta all’assistenza delle persone con disabilità gravi che restano senza sostegno familiare. Un nuovo modo di pensare all’assistenzialità dando la libertà e l’emancipazione di vivere la propria vita.

Il testo prevede misure di assistenza, cura e protezione per le persone con disabilità grave, prive di sostegno familiare o perché sono venuti a mancare i genitori o perché gli stessi non sono in grado di sostenere le responsabilità della loro assistenza. Lo stesso Matteo Renzi ne ha parlato in Facebook: «Con questa legge e i fondi che abbiamo previsto nella legge di stabilità, quando un disabile rimarrà senza il supporto familiare potrà continuare a vivere nelle proprie case o in case famiglia. Il testo approvato, inoltre, prevede la possibilità di sottoscrivere polizze previdenziali e assicurative che hanno come obiettivo prioritario la vita indipendente dei disabili». E continua:«Questa legge non migliora solo il destino dei disabili quando rimarranno soli, ma anche quella dei genitori che fino ad oggi hanno vissuto con grande preoccupazione - a volte con angoscia che è sfociata anche in comportamenti tragici - per il futuro dei propri figli dopo il distacco».

Dopo una lunga attesa finalmente ci siamo, la legge sul “dopo di noi” è stata approvata alla Camera e dopo il voto al...

Pubblicato da Matteo Renzi su Giovedì 4 febbraio 2016

Nella Bergamasca c’è chi l’ha già messa in pratica e a Mozzo è nata una vera casa-famiglia, in via Verdi dove vivono nove ragazzi disabili. L’appartamento è un trilocale messo a disposizione del Comune: cucina con soggiorno, bagno e due stanze da letto dove Cristina, Vanessa, Mauro, Sabrina, Laura, Anna, Dario, Luca e Riccardo convivono da qualche mese. Hanno un’età compresa tra i 30 e i 40 anni e vivono nella casa a turni da tre persone, una volta al mese durante il weekend, per ora con la supervisione di un educatore.

Il progetto, in cui i ragazzi vivono svolgendo le normali attività domestiche, si chiama «Una casa per noi – Welcome» ed è promossa dall’associazione «Abilitare Convivendo» con la partecipazione dei Comuni di Mozzo e Curno, delle cooperative «Lavorare Insieme» e «Alchimia». A contribuire con un finanziamento di 5 mila euro la Fondazione Comunità Bergamasca. Obiettivo è «promuovere soluzioni abitative vicine ad una dimensione di vita famigliare vincolata alla comunità territoriale che ospita le persone disabili».

L’inaugurazione dell’appartamento è avvenuta lo scorso dicembre. «Vogliamo in tal modo liberarci da un approccio assistenziale – aveva sottolineato Elena Carnevali – per approdare ad una prospettiva di autentica emancipazione».

Un lungo di condivisione ed efficace lavoro di rete sul territorio nel quale la centralità della cura e dell’accoglienza costituiscono il fondamento. La «casa» diventa così un motivo di crescita non solo per i ragazzi che a turno l’abiteranno ma anche per l’intera comunità che già da parecchi anni interagisce con loro. Un’avventura di autonomia dove il valore aggiunto è quella capacità comunitaria di accoglienza della fragilità.

© RIPRODUZIONE RISERVATA