Pedrengo piange Damiano
Gli amici portano il feretro

Tantissima gente per l’ultimo saluto a Damiano Magri, impiegato di 37 anni, che abitava a Pedrengo e che tra giovedì e venerdì 7 giugno è morto cadendo con il suo scooter. Damiano era molto conosciuto in paese, soprattutto per la sua passione per il calcio. I funerali sono stati celebrati lunedì pomeriggio 10 giugno nella chiesa parrocchiale del paese: gli amici hanno portato in chiesa il feretro.

Gremita la chiesa parrocchiale per l’ultimo saluto a Damiano, morto tragicamente in un incidente in moto tra il 6 e il 7 giugno. L’uomo stava rientrando a casa dopo esser stato alla festa dell’oratorio al parco degli alpini, in compagnia di alcuni amici. Lo schianto fatale è accaduto mentre stava percorrendo il rettilineo di via Papa Giovanni XXIII, poco dopo l’incrocio con via Piave. Dalle prime ricostruzioni, sembra che Damiano Magri abbia fatto tutto da solo. Stava viaggiando in sella alla sua Vespa, sulla carreggiata che da Gorle conduce verso il centro di Pedrengo. Poco prima di mezzanotte e mezza, a poche centinaia di metri da casa, ha sbandato e ha urtato il cordolo del marciapiede. Indossava il casco, ma purtroppo non è bastato a salvargli la vita. Il giovane è morto sul colpo per un violento trama cranico, riportato nella caduta. Molti residenti si sono accorti subito del tragico incidente e sono usciti in strada.

Damiano Magri abitava da solo in via Montanelli a Pedrengo e da alcuni anni lavorava come impiegato in una ditta di Bolgare, l’Italian cable company. Lascia un figlio di sette anni. «Lavorava in quest’azienda da alcuni anni – ha raccontato Andrea , nipote del defunto –. Tra le sue passione più grandi il calcio». Damiano ha lasciato nel dolore i genitori Graziella e Gerolamo, i fratelli Elvira e Gianni, tutti i parenti e i numerosi amici.

Damiano era molto conosciuto a Pedrengo anche per la sua passione per il calcio, era il centrocampista della squadra di Dilettanti a 11 della società sportiva dell’oratorio. «Da più di dieci anni giocava nella nostra squadra – riferisce Samuel Basignolo, allenatore dei Dilettanti a 11 – lui indossava la maglia numero 6. Era un bravo ragazzo, era quasi un fratello per me. Ci si poteva confidare con lui».

All’addio del giovane papà una gran folla. Sul feretro, nella camera ardente, erano state appoggiate la sciarpa dell’Atalanta, la squadra del cuore di Damiano, e quella della società sportiva dell’Oratorio Pedrengo, oltre alla sua maglia col numero 6.Nella camera ardente i familiari avevano fatto proiettare alcune fotografie di Damiano nei suoi momenti più felici, da quella scattata con il Papu a quella fatta dopo il rogito della casa. Alla fine si legge una frase della canzone dei Modà: «L’amore a volte può far male, ma del mio non ti devi preoccupare, perchè non può finire, come l’acqua dentro il mare».

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