Mediaworld, apprensione fra i lavoratori
Presidio per dire no al trasferimento

I sindacati: «Più che mai urgente, a questo punto, aprire un confronto concreto che risolva la vertenza».

Erano presenti tanti lavoratori e soprattutto tante lavoratrici, le stesse a cui l’azienda chiede di percorrere 100 chilometri ogni giorno (tra andata e ritorno) per un lavoro part time. Al trasferimento del personale degli uffici di via Fermi e di via Lega Lombarda verso la nuova sede di Verano Brianza manca poco meno di un mese e mezzo, ma per le 500 persone in organico, al momento, continua a non esserci un’alternativa. Questa settimana si è svolto un incontro al Ministero dello Sviluppo Economico (Mise). Di nuovo, i sindacati di categoria Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil hanno cercato di dare «un segnale forte ad una società che al momento non vuole rispondere alle istanze di questi lavoratori».

«Come abbiamo fatto durante l’incontro al Mise, anche oggi qui davanti alla sede centrale dell’azienda chiediamo che venga definito un accordo collettivo che permetta di ridurre al minimo il disagio dei lavoratori e delle lavoratrici» hanno commentato poco fa Nicholas Pezzè e Mario Colleoni della Filcams-Cgil, insieme a Terry Vavassori della Fisascat-Cisl e Maurizio Regazzoni della Uiltucs-Uil provinciali. «Molti dei dipendenti part time presenti in azienda e con un reddito basso non hanno, al momento, alcuna possibilità di sostenere economicamente il trasferimento. Eppure la società, fino ad oggi, si è ostinata a negare l’utilizzo di strumenti come la flessibilità in ingresso e in uscita, forme di telelavoro e incentivi per coloro che non saranno nella condizione di trasferirsi a Verano o di chi subirà un notevole disagio economico. In un’azienda che commercializza strumenti informatici ci chiediamo quali difficoltà ci siano a mettere in campo un’organizzazione ‘smart’. Quest’azienda ha davvero attenzione verso i lavoratori e verso il proprio core business? Una soluzione di questo tipo, tra l’altro, sarebbe pubblicità positiva. E’ più che mai urgente, a questo punto, aprire un confronto concreto che risolva una vertenza che sta creando grande apprensione fra i lavoratori».

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