Reti killer scoperte nel Sebino
I sub ne recuperano una di 100 metri

L’hanno raccolta nella zona del Corno, a Predore, i sub coordinati dalla Guardia costiera e dalle Polizie provinciali: era lunga ben 100 metri.

È una battaglia dura, lunga e difficile da vincere, perché stendere una rete senza segnalarla, una rete dove oltre ai pesci possono rimanere impigliati anche i sommozzatori, è molto più facile che recuperarla, consegnarla alle autorità competenti ed eseguire tutte le operazioni in sicurezza.

Sabato, al largo del Corno di Predore, è stata recuperata la rete killer numero otto, conta che è iniziata giusto un anno fa quando, sempre a Predore, vennero recuperate le prime reti abusive basandosi su una procedura condivisa dalla stessa Guardia costiera ausiliaria, dai gruppi di sub e dalle Polizie provinciali di Bergamo e Brescia. Il modus operandi prevede che le reti da pesca abusive vadano segnalate o alla Guardia costiera ausiliaria o alle Polizie provinciali; la Guardia costiera contatta le associazioni, poi i sommozzatori recuperano la rete,questa viene consegnata agli agenti che la prendono in consegna e svolgono le loro indagini. A questa procedura si è giunti dopo che a gennaio del 2015, di fronte a Tavernola, era morto il sommozzatore di Ponteranica Lorenzo Canini, rimasto impigliato proprio in una rete da pesca abusiva, sprovvista cioè di boe e gavitelli di segnalazione.

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