L'affascinante vita
di Camilla Bravi

Una vita vissuta fra amori e trasgressioni, cinema e solitudine, abisso e rinascita. Una donna forte e insieme molto fragile, che per certi versi ha anticipato le ansie contemporanee. Poi la conversione. È la vita di Camilla Bravi

Una vita vissuta fra amori e trasgressioni, cinema e solitudine, abisso e rinascita. Una donna forte e insieme molto fragile, che per certi versi ha anticipato le ansie contemporanee. Poi la conversione. È la vita di Camilla Bravi, nata a Prezzate di Mapello il 5 agosto 1895 e morta negli anni Settanta del Novecento.

Sulla sua esistenza è fresca di stampa la biografia Il mio destino è Amore. L'affascinante vita di Camilla Bravi (edizioni Ancora, pp. 240, 18 euro), scritta dal giornalista bergamasco Ambrogio Amati. La vita di Camilla Bravi sembra la «sceneggiatura di un film», come è scritto anche nella presentazione del volume.

Dopo un'infanzia felice, Camilla si sposa appena diciottenne, ma ben presto il matrimonio si rivela sbagliato e naufraga per le reciproche infedeltà tra i due coniugi. Poi la donna realizza il sogno di recitare. Va a Torino e a Roma, dove lavora anche con Emma Gramatica e Greta Garbo.

Il mondo cinematografico la introduce alla «dolce vita», che poi però si trasforma in solitudine, disperazione, uso di sostanze stupefacenti, due tentativi di suicidio. La malattia la spinge a riflettere sull'abisso in cui è caduta, fino alla sua conversione inaspettata e sconvolgente, accompagnata dalla decisione di distruggere tutte le foto e i documenti per cancellare completamente il suo passato.

Attingendo dal diario e dall'autobiografia di Camilla Bravi, l'autore traccia la storia di una donna forte e fragile, di una vita vissuta intensamente nella dimensione fisica ma ancor più in quella spirituale, con un cammino di ricerca nella fede, che le restituisce fiducia, speranza, amore per la vita e per gli altri. I diritti d'autore del libro saranno devoluti all'associazione «In cammino con suor Marcella», in favore delle attività di suor Marcella Catozza, missionaria a Haiti, per la costruzione di un asilo.

Carmelo Epis

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