Il nazismo raccontato
da chi l’ha vissuto

«L’ultima volta che sono tornata a Birkenau era primavera. In lontananza ho visto quella figura che risaliva il prato. Lì per lì non ci ho creduto. Faceva jogging proprio lì». «Ritorno a Birkenau. 78699» (Ponte alle Grazie) raccoglie la testimonianza di Ginette Kolinka, ex deportata ora novantenne, scritta con la giornalista Marion Ruggeri.

Arrestata con il padre, il fratello e un nipote quando aveva solo 19 anni, Ginette è l’unica sopravvissuta. La sua narrazione non si limita a rievocare i fatti, li reinterpreta alla luce della realtà di oggi, a partire dalle domande che le rivolgono i ragazzi delle scuole, con il peso della responsabilità di ricordare che «è stato l’odio allo stato puro a fare questo». Ricostruisce una storia vera e appassionante anche «L’alto nido» di Roxane Van Iperen (Bompiani).

Una famiglia si trasferisce in una villa di campagna in Olanda e durante la ristrutturazione scopre i segni di una vicenda inedita. Quella casa al culmine della Seconda guerra mondiale con la guida di due sorelle ebree divenne rifugio e centro di resistenza che permise a centinaia di persone di salvarsi. Andra e Tatiana Bucci raccontano in «Storia di Sergio» (Rizzoli) gli ultimi mesi del cugino, uno dei venti bambini usati per gli esperimenti medici del nazista Kurt Heissmeyer e assassinati nello scantinato della scuola elementare Bullenhuser Damm. «Il giorno special di Max» (De Agostini), infine, è una storia inventata ma verosimile di Sophie Adriansen e con le illustrazioni di Ilaria Zanellato. Dà conto dell’azione di opposizione al nazismo in Francia e dell’impegno di persone che rischiarono la vita per salvare gli ebrei dai campi di prigionia.  

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