Ragazzi rinchiusi
in una solitudine hi-tech

La solitudine nell’era dell’iperconnessione si manifesta in forme inedite: accade che le persone si ritirino dal mondo, nascondendosi in una realtà alternativa, virtuale. Un mondo che si può esplorare restando sul divano di casa, ma è solo apparentemente facile da controllare. Lo racconta «Il castello invisibile» di Mizuki Tsujimura (DeA), a metà tra realismo e magia, immerso in una materia onirica che richiama da vicino le atmosfere di Hayao Miyazaki.

Kokoro, una ragazzina timida, si è iscritta alla scuola media ma smette di andarci a causa di ripetuti atti di bullismo. I genitori, smarriti, non riescono a capire e a reagire. Kokoro intanto incomincia a esplorare un misterioso castello, oltre lo specchio di camera sua - come Alice nei romanzi di Carroll.

Laura Calosso mischia narrazione e giornalismo d’inchiesta nel suo «Due fiocchi di neve uguali» (Sem). L’Italia è il secondo Paese al mondo dopo il Giappone per il fenomeno dei ragazzi «ritirati», gli hikikomori: sono oltre 400 mila. Sono ragazzi brillanti e sensibili, senza il futuro luminoso delle generazioni del boom economico. La Calosso ripercorre le vicende di due giovani: Carlo, che ha abbandonato il mondo per rifugiarsi nei videogiochi, e Margherita, in coma dopo un incidente d’auto. Una storia intensa e coinvolgente di amicizia e di coraggio.

È un acronimo eloquente Afk («away from keyboard», lontano dalla tastiera) titolo del romanzo di Alice Keller (Carmelozampa): l’autrice racconta la storia di Gio, vittima di una dipendenza dal gaming, chiuso per mesi nella sua stanza, e va alla ricerca dei legami che possono spezzare la sua prigione e restituirgli un orizzonte. 

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