Aviaria, dopo Grone focolaio a Cisano
«Ma non c’è pericolo per l’uomo»

Si allarga l’allarme influenza aviaria in Bergamasca. Dopo il caso di Grone, si è risaliti a un altro focolaio stavolta a Cisano.

Giovedì, su disposizione di Ats, verranno abbattuti 400 volatili di diverse specie avicole - galline, tacchini, faraone - di uno svezzatore che commercializza gli animali in mercati e fiere: in uno di questi erano state acquistare quattro galline dell’allevamento amatoriale di Grone, morte poco dopo.

Nel frattempo, la Regione ha nuovamente sospeso in via preventiva e temporanea tutti i mercati avicoli, le mostre e le esposizioni avicole, anche quelle ornamentali, in tutta la Lombardia: è la quinta volta quest’anno.

Così come a Grone, scattano anche a Cisano i monitoraggi degli allevamenti vicini a quello dov’è stato scoperto il focolaio: «Sono state istituite le zone di protezione di tre chilometri e di sorveglianza di 10 chilometri che coinvolgono parte della provincia di Bergamo e di Lecco» sottolinea l’Ats.

Con una rassicurazione: non c’è nessun pericolo che il virus H5N8 si trasmetta alla popolazione e nemmeno che «passi» dalla cucina, attraverso la carne o le uova.

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