Bossetti, parla la sorella Laura Letizia
«Sei innocente, e presto sarai a casa»

Due anni fa l’arresto dell’uomo, accusato di avere ucciso Yara Gambirasio. Giovedì alle 20,30 la sorella parla a Telelombardia.

Laura Letizia Bossetti, sorella di Massimo, il carpentiere di Mapello in carcere da due anni (venne arrestato proprio due anni fa, il 16 giugno 2014) perché accusato di avere ucciso Yara Gambirasio ha rilasciato una lunga intervista alla trasmissione televisiva «Iceberg» di Telelombardia. Verrà messa in onda questa sera alle 20,30. Per gentile concessione dell’emittente, ecco un estratto.

Continuate a credere nell’innocenza di Massimo Bossetti?

«Dall’inizio fino alla fine lo porteremo avanti perché non è lui. Si sta evidenziando tutto l’opposto dell’accusa, stanno smontando tutto che come sempre ha ripetuto massimo dal 16 giugno 2014, che non è lui e lo stiamo vedendo adesso».

Cosa ha pensato quando ha ricevuto la lettera dal carcere di suo fratello in cui minacciava il suicidio?

«È da capire, due anni in carcere da innocente, quattro mesi e mezzo di isolamento. gli hanno fatto di tutto e di più. gli facevano entrare la posta che volevano, non facevano arrivare a casa le raccomandate anche a noi. E poi bisogna capire anche la morte del papa’ che era molto legato. Ma non sarebbe mai arrivato a questo».

Si è voluto solo sfogare?

«Non avrebbe mai pensato al suicidio, è la stanchezza dovuta a tutto questo. Lui non c’entra e l’ha sempre detto dall’inizio»

Si è parlato molto della corrispondenza con la signora Gina...

«C’è da prendere in evidenza le altre parti di Massimo, perché Massimo è sempre quello che abbiamo detto noi: casa, un gran lavoratore, un uomo di cuore pronto ad aiutare il prossimo e che ha sempre rispettato gli altri. Specialmente le bambine. Non ha mai fatto del male a una persona. Non è lui che ha provocato questo delitto osceno».

Secondo lei si è pentito di aver scritto queste lettere alla Gina?

«Ultimamente non facevano arrivare le corrispondenze a noi, poi è tutto un insieme di cose. Dopo due anni che è lì ha trovato - non so spinto da chi o che cosa - ha iniziato a parlare, comunicare come se fosse una persona normale. Né di più né di meno. Sicuramente ha sbagliato, perché è una cosa evidente. Pero’ bisogna capire anche il posto in cui si trova».

Cosa vorrebbe dire a suo fratello?

«Siamo tutti convinti della tua innocenza, vai avanti così che i tuoi avvocati stanno dando il massimo e vedrai che presto sarai a casa con la tua famiglia e i tuoi figli»

Quanto le manca?

«Tantissimo, una vita. Perché per me lui è la vita mia. Spero di abbracciarlo presto, non solo io. Tutti i familiari, tutti quelli che hanno sempre creduto in lui. E che stanno lavorando anche per lui. Specialmente anche di trovare il vero colpevole per la piccola Yara Gambirasio».

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