#GiovanniXXIII: gli anni veneziani

Uno strettissimo contatto con i sacerdoti e i vescovi, segnato da grande fiducia. Questo uno dei tratti del Patriarca Roncalli che giunse a Venezia nel 1953. Per ricordare quegli anni abbiamo intervistato don Ezio Bolis, direttore della Fondazione Papa Giovanni XXIII.

Il Patriarca Roncalli riceveva tutti, la porta della sua casa del Patriarchio raramente era chiusa. Persino i giornali dell’epoca riportavano di questa sua attitudine. Nella puntata odierna del nostro Web Doc ci occupiamo dell’esperienza di Giovanni XXIII a Venezia dove rimase fino al conclave in seguito alla morte di Pio XII. Il racconto inizia dalla dimensione pastorale che rappresenta il punto fermo di quegli anni dopo tanto lavoro diplomatico.

Al suo arrivo si presentò ai fedeli come Padre e Pastore. Girava spesso tra le calli, a piedi, sul vaporetto perché voleva andare a conoscere le persone lì dove vivevano. E in questo modo, proprio come un pastore con il gregge, ha espresso la sua vicinanza al duplice volto della città: quella dei lavoratori dell’Arsenale e di Porto Marghera e quella del turismo, della Biennale d’Arte e della Mostra del Cinema.

La più alta lezione del lustro nella città lagunare è contenuta nella Lettera Pastorale per la Quaresima del 1956 dedicata al Protopatriarca San Lorenzo Giustiniani. Il documento è l’occasione per un rilancio degli studi biblici, partendo dal presupposto che il primo compito dei vescovi e dei sacerdoti è rendere familiare la Parola di Dio al popolo della Chiesa.

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