Nonno disperso in guerra
Il nipote lo «ritrova» dopo cento anni

Francesco Facheris e Massimiliano Croci hanno spulciato gli archivi per mesi risolvendo il «giallo» del soldato Bartolomeo Rota. La scoperta donata a Natale al nipote Arturo.

Si sono incontrati per mesi nelle loro case di Ponte San Pietro, novelli «carbonari» del terzo millennio: Francesco Facheris a cercare notizie nelle scartoffie degli archivi storici e Massimiliano Croci in quelli digitali. L’intento della piccola società segreta non era rivoluzionario ma affettivo e in un certo senso anche patriottico: volevano raccogliere notizie del soldato Bartolomeo Rota, nonno materno dell’amico comune e vicino di casa Arturo Maggioni, che si pensava morto in ospedale mentre era al fronte nel 1917, ma non si sapeva come né dove.

Una figura, quella del nonno Bartolomeo, che Arturo evocava spesso con gli amici, inconsolabile all’idea di non sapere dove fosse sepolto, tanto da averlo cercato più volte nei vari cimiteri di guerra che aveva visitato. Dalle notizie raccolte dai due «ricercatori» è uscito un racconto che è una ricostruzione fedele per quanto riguarda la vicenda storica del soldato Bartolomeo, un po’ più libera-immaginaria per quanto riguarda la sua vita personale. Il lavoro di ricerca dei due «carbonari» ha avuto il suo epilogo emozionante il giorno di Natale, quando tutto il plico, stampato in bella copia, è stato consegnato all’amico. «Il più bel regalo di Natale mai ricevuto», ha commentato tra le lacrime Arturo.

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