Gentili clienti il supermercato
non è un parco giochi

Questo spazio è dedicato ai lettori che ci scrivono per condividere i loro sentimenti, i progetti in questo momento di isolamento forzato per combattere il coronavirus. Scrivete al nostro indirizzo email: [email protected] oppure attraverso la pagina Facebook de L’Eco di Bergamo.

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Continuano ad arrivare numerosi, alla nostra redazione, i messaggi e le lettere, come le testimonianze di vita vissuta in questo tempo segnato dal coronavirus e dalle limitazioni che vengono chieste a tutti.

Pubblichiamo qui la lettera di una commessa, certamente tra le categorie più a rischio, che ha voluto comunicare a noi e a tutti i lettori il suo stato d’animo.

Ciao, sono Serena vi scrivo da Nembro, il paese in cui abito e lavoro.

Sono un’addetta vendite in uno dei quattro (e sottolineo quattro) supermercati presenti nel paese.

Volete sapere quali sono i miei sentimenti? Beh, che mi sento letteralmente presa per il c**o come lavoratrice e come cittadina. Ci definiscono “eroi”, ci fanno complimenti per il lavoro che svolgiamo, ma io non mi ritengo tale. Svolgo il mio lavoro oggi come il mese scorso e come due mesi fa, e tutti i giorni ho a che fare con tanta gente irrispettosa e maleducata come il mese scorso e come due mesi fa. Con la differenza che oggi c’è questo “piccolissimo particolare” chiamato covid 19.

Nonostante la situazione sia critica, soprattutto qui a Nembro e in Val Seriana, in molti non hanno ancora capito che il supermercato non è un parco giochi, che non si vince un premio se si viene tutti i giorni e ci si mette in coda un’ora prima dell’apertura. Non siamo un centro ricreativo dove passare un’ora di svago, perché non si sa che fare in casa!

Quindi eroi de che?

Sarò io che inizierò a complimentarvi con “voi”, “gentili” clienti quando imparerete a stare distanti un metro uno dall’altro, quando imparerete ad usare i guanti per la frutta, quando la smetterete di lamentarvi se gli orari sono cambiati (minimamente) e secondo voi bisognava annunciarlo alla tv, quando, se i crackers integrali della ditta tale non ci sono e quindi vi accontenterete dei grissini, quando la smetterete di polemizzare sul perchè non possiate venire a fare la spesa con il vostro coniuge, come se di questi tempi, non passiate abbastanza tempo insieme.

Quando nel vostro vocabolario potranno comparire le parole: buongiorno, grazie e per favore. Insomma, vi sarò estremamente grata quando imparerete ad avere rispetto per il lavoro altrui, quando capirete che siamo persone anche noi commessi, che a differenza dei medici che sono consapevoli di stare a contatto con persone malate, noi non lo sappiamo!

Tutti dobbiamo fare la spesa perchè non si può morire di fame, ma in situazioni come queste penso che ci si debba accontentare.

“Gentili” clienti siamo “commessi”, non psicologi e non dipendenti dell’ufficio reclami. Siamo l’ultima ruota del carro e i meno tutelati.

Tutti si appellano al “buon senso”, ma io noto con molto dispiacere che è inutile, perciò visto che queste grandi catene dietro la scusa della vendita di beni di prima necessità, continuano a guardare solo ed esclusivamente ai loro introiti e nella maggior parte dei casi a discapito nostro (vedi strumenti di protezione e Dpi che mancano), io mi chiedo, perché non si interviene rigidamente anche nel campo, appunto, della grande distribuzione...

A differenza di certi “signori” che sostengono fortemente l’apertura h24, non so con quale criterio, visto e considerato che “Bisogna stare a casa!”, mi sembrerebbe assurdo uscire pure di notte!

Come mi sembra assurdo dover restare aperti la domenica, quando per strada non dovrebbe volare una mosca!

Io credo, che per ridurre ancora di più le uscite e l’affollamento, basterebbe limitare gli ingressi andando in ordine alfabetico come in posta, consegnando una tessera che viene timbrata settimanalmente ogni qualvolta si fa la spesa o ponendo un limite minimo di acquisto in modo tale, da non uscire a comprare una cosa per volta.

Di soluzioni ce ne sono svariate, ma se si continua a pensare al “dio soldo” non andiamo troppo lontano!

Grazie.

Serena (Nembro), una «commessa esausta

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