«Io che non ho fatto la guerra
mi sembra di combatterla ora»

Questo spazio è dedicato ai lettori che ci scrivono per condividere i loro sentimenti, i progetti in questo momento di isolamento forzato per combattere il coronavirus. Scrivete al nostro indirizzo email: [email protected] oppure attraverso la pagina Facebook de L’Eco di Bergamo.

Diamo spazio, qui e sul giornale, ai lettori che vogliono condividere i sentimenti, i progetti in questo momento di isolamento forzato per combattere il coronavirus. Scrivete al nostro indirizzo email: [email protected] oppure attraverso la pagina Facebook de L’Eco di Bergamo.
Molti ci mandano foto di bambini: è importante che nella mail entrambi i genitori autorizzino, anche indicandolo semplicemente nella email, la pubblicazione dell’immagine.
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Continuiamo a pubblicare alcuni dei messaggi che ci arrivano numerosi in redazione.

È dura..., ho paura..., spero

Ho appeso cuori e messaggi di speranza, ho sdrammatizzato, ho pregato, ho urlato che andrà tutto bene. La mia già poca dose di ottimismo si sta esaurendo.

Mi sveglio alla mattina pensando: “ma è veramente così?”, poi mi affaccio alla finestra e non vedo nessuno, sento solo le sirene delle ambulanze. Non mi spaventa la reclusione in casa, ho la mia famiglia per fortuna. Mi spaventa non sapere cosa succederà. Ho come la sensazione che siamo come dei biglietti della lotteria e ogni giorno dobbiamo sperare di non essere estratti.

Vedo tramite videochiamate le mie sorelle, mia mamma più volte al giorno. Oggi ci guardavamo senza sapere cosa dire. Non ho fatto la guerra ma ho l’impressione di viverla in questo momento.

Mi spiace vedere le persone che amo piangere, non ci sono parole di incoraggiamento. Dico a loro solo una cosa: siamo tutti nella stessa situazione, siamo tutti fratelli e sorelle. Se abbiamo bisogno di piangere, facciamolo. Non nascondiamoci per non farci sentire dai bambini o per autoconvincerci che va tutto bene perché la guerra la stiamo combattendo tutti. I nostri mariti che devono andare a lavorare altrimenti non si mangia, i nostri figli che hanno il diritto di sapere per essere persone migliori in futuro. Ci dobbiamo attaccare solo ad una cosa, alla speranza. È dura, ho paura, spero.... 

Vera

Un messaggio di speranza

Invio la foto dei miei tre figli (qui a lato, ndr) che, in questi giorni così segnati dall’immane tragedia che sta colpendo Bergamo ma in generale tutta Italia e tutto il mondo, vogliono dare un messaggio di speranza.

Il coronavirus è riuscito a entrare nella nostra casa, per fortuna senza fare danni, comunque per qualche giorno abbiamo avuto a che fare con mascherine e termometri ma loro, i bambini, sono stati coraggiosi e hanno riempito di risate e allegria anche le giornate più difficili. Questo vuole essere un messaggio di speranza, insieme ce la possiamo fare!!

Eleonora

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