«La nostra corsa diventi staffetta
solo così riusciremo a vincere»

Questo spazio è dedicato ai lettori che ci scrivono per condividere i loro sentimenti, i progetti in questo momento di isolamento forzato per combattere il coronavirus. Scrivete al nostro indirizzo email: [email protected] oppure attraverso la pagina Facebook de L’Eco di Bergamo.

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Sempre numerosi i messaggi e le lettere che arrivano alla nostra redazione. Questa è la lettera che ci ha inviato un runner di Albino.

Correre è vivere.

Correre ti dà quella sensazione di distaccamento dalla realtà, quando la tua testa si svuota e ti dimentichi i problemi, lasci indietro i brutti pensieri e le fatiche del giorno per concentrarti sul respiro, sulla fatica delle tue gambe.

Correre ti permette di entrare in contatto con te stesso, di sperimentare i tuoi limiti e di superarli.

In questo momento, così delicato, nel quale ci viene negato di uscire, se non per necessità, di abbracciarci, di starci vicino, di frequentare i nostri luoghi abituali, correre mi manca.

Più del correre in sé manca quello che la corsa esprime: la libertà.

Senza rendercene conto oggi tutti quanti viviamo correndo. Corriamo al lavoro, a scuola, al supermercato e al parco, al bar, dagli amici...

Fermarsi è difficile, quasi impossibile, ma oggi è doveroso.

Ecco, oggi che siamo fermi e ci sentiamo impotenti, vorrei che la nostra corsa diventasse una staffetta. E nella staffetta per vincere serve collaborazione.

Ogni atleta corre da solo ma, dalla prestazione di ogni singolo individuo dipende il risultato della squadra.

Se tutti danno il massimo le probabilità di vittoria saranno più alte.

Dobbiamo pensare che stiamo correndo una delle gare più importanti della vita che senza il nostro aiuto non può essere vinta.

Smettiamo allora di lamentarci delle banalità, di comportarci come se il pericolo non esistesse, smettiamo di correre da soli e uniamoci. Apprezziamo le cose piccole, lo sforzo degli altri, dei medici, degli infermieri, dei volontari, dei cassieri e di tutti coloro che non si sono mai fermati che guardano,con le lacrime agli occhi, verso il traguardo.

Corriamo insieme per loro, per noi, perché nessun altro se ne debba andare da solo.

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