Sguardi sopra le mascherine
Una poesia per i sanitari

Questo spazio è dedicato ai lettori che ci scrivono per condividere i loro sentimenti, i progetti in questo momento di isolamento forzato per combattere il coronavirus. Scrivete al nostro indirizzo email: [email protected] oppure attraverso la pagina Facebook de L’Eco di Bergamo.

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IL VIDEO: La Bergamo che non avete mai visto: una città che lotta in silenzio
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Sono numerose anche le poesie che in questo momento ci arrivano dai lettori. Nell’edizione di domani ne pubblicheremo diverse. Qui il messaggio - un omaggio a medici e infermieri - che ci ha scritto Sara.

A medici e infermieri

In questo drammatico e preoccupante periodo, restiamo a casa perchè è un dovere sia morale che civile.

Dalle nostre abitazioni, però, possono uscire parole e sentimenti, liberi di esprimersi attraverso disegni, poesie, canzoni o quant’altro.

Vi ringrazio per la bella iniziativa, alla quale aderisco inviando una mia poesia dedicata a tutti i medici, infermieri ed operatori sanitari.

Eccola la poesia:
Dinnanzi
ho la mia scatola
dei medicinali,
riposta nell’armadietto,
oggi la considero

come un forziere di valore,

ben protetto.

Il tesoro, in essa contenuto,
sono le rare “mascherine”,

un fondamentale

dispositivo per l’altrui

e la propria sicurezza personale.

Questo piccolo accessorio
fa riflettere

perché oltre alla sanitaria funzione

ha il potenziale

per un’umana

introspezione.

Ebbene sì,
quando indossiamo

questa fascia sul viso

e siamo di fronte a qualcuno,

pur con il dovuto riguardo,

in risalto, di noi,

non è l’abito fashion

ma qualcosa di più prezioso:
il nostro sguardo.

Non servono molte parole
quando ci si incrocia

occhio ad occhio,

la comunicazione giunge

fino alle profondità

dell’Anima

che ne è il loro specchio.

Sono gli espressivi occhi
di tutti gli operatori sanitari,

quelli che mi hanno più colpito,

segnati dalla Forza,

dal coraggio,

dal rischio

e dalla fatica

del loro compito.

I volti scossi
e con lacerazioni lasciate

dall’uso costante

delle protezioni,

quelli passeranno

ma le cicatrici

sul loro cuore,

per tutto quello che è successo,

per tutti i pazienti

che non ce l’hanno fatta, quelle
rimarranno.

Infinitamente grazie
Sara Zanchi - Treviglio

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