C’è un nuovo microinfusore
Sempre più vicini a pancreas artificiale

«Un ulteriore vero passo in avanti verso la disponibilità per i pazienti con diabete di tipo 1 del pancreas artificiale». Così Paolo Di Bartolo, dell’Unità Operativa di Diabetologia di Ravenna dell’Ausl della Romagna e Coordinatore Gruppo Annali Amd (Associazione medici diabetologi), definisce il nuovo dispositivo in grado di prevenire le ipoglicemie che, per il suo valore tecnologico e clinico, è stato presentato recentemente a Roma in un convegno presso il Senato della Repubblica.

«Si tratta di un microinfusore, ossia di una piccola pompa portatile (peso: 100 grammi), collegata mediante un catetere di lunghezza variabile a un’agocannula in teflon inserita nel sottocute che fornisce insulina in maniera automatica, secondo quanto programmato dal paziente e su indicazione del clinico» spiega Di Bartolo. «Prima dei pasti o qualora lo ritenga opportuno, il paziente può somministrarsi un bolo di insulina». Il sistema coniuga anche il monitoraggio continuo del glucosio tramite un sensore ad ago - di solito posizionato sull’addome - legato a un microscopico trasmettitore che manda informazioni continuative al microinfusore. «Su quest’ultimo è possibile, quindi, leggere la glicemia (e le sue variazioni verso l’iper- o l’ipoglicemia e la velocità di tali variazioni) e quanta insulina la pompa sta infondendo». In realtà questo tipo di dispositivo era già disponibile sul mercato: la cosiddetta Sap (Sensor augmented pump).

«Il nuovo device» riprende Di Bartolo «è stato perfezionato mediante la dotazione di un algoritmo che blocca l’infusione di insulina quando stima, in base a un modello predittivo che valuta la riduzione della glicemia, che entro 30 minuti si verificherà un’ipoglicemia (glicemia < 80 mg/100 ml)». La differenza con le precedenti Sap è importante. «Con i sistemi precedenti il blocco dell’erogazione di insulina avveniva quando l’evento era in corso. La grande novità di questo strumento invece sta nel fatto che non solo reagisce all’ipoglicemia, ma la previene». Il prossimo passo? «Probabilmente consisterà nella messa a punto di un apparecchio che intervenga non solo sospendendo, ma anche innalzando lievemente l’infusione di insulina in caso di iperglicemia, nella fase interprandiale. Il nuovo sistema, avendo dimostrato in trial clinici di prevenire l’ipoglicemia nel 63 % dei casi, sarà indicato soprattutto per pazienti con storia di ripetute ipoglicemie severe e per i pazienti che presentano ipoglicemia asintomatica». (da www.doctor33.it)

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