Fibromialgia, la miglior cura
si chiama riabilitazione

Il caso di Lady Gaga è quello che ha fatto più clamore. La star del pop lo scorso settembre ha annunciato che avrebbe cancellato tutti i suoi concerti perché affetta da fibromialgia e, per questo motivo, è stata costretta ad un ricovero in ospedale. Ora si è ripresa e, per la gioia dei fans, ha annunciato le date del suo rientro.

La fibromialgia è però una sindrome molto più diffusa di quanto non si pensi. Oggi si stima che in tutto il mondo la popolazione colpita da questa sindrome possa arrivare addirittura al 10%. E proprio per questo motivo è importante sapere come si manifesta e come si può combattere.

Il dr. Roberto Casale, direttore scientifico di Habilita e responsabile dell’ambulatorio di Fibromialgia di Habilita Poliambulatorio San Marco Bergamo, ci spiega come si presenta: «Innanzitutto c’è da dire che si tratta di una sindrome che colpisce in particolar modo le donne: l’80% dei casi dei pazienti con fibromialgia è infatti di sesso femminile. La sua diagnosi non è semplice. Di solito si presenta con un dolore diffuso riferito principalmente ai muscoli e caratterizzato da un’estrema sensibilità allo stimolo pressorio che, anche se non doloroso in sé, è in grado, nella persona fibromialgica, di provocare dolore. Proprio per questo motivo, benché identificata in ambito reumatologico, oggi la possiamo inserire nelle sindromi dolorose di cui si occupa la Medicina del Dolore. Essa infatti ha lo scopo di approfondire la diagnosi del dolore, definendone qualità ed intensità e l’obiettivo è quello di trovare il giusto trattamento nell’ambito dell’approccio bio-psico-sociale che considera la persona e non la malattia in se. Infatti la fibromialgia non provoca soltanto il dolore».

«Disturbo del sonno, colon irritabile, mal di testa – continua Casale –, affaticamento continuo ed accentuato e difficoltà nel mantenere la concentrazione per periodi di tempo prolungati sono altri sintomi presenti nel paziente fibromialgico. Si tratta quindi di una malattia particolarmente invalidante. La diagnosi la potremmo definire di esclusione. Una volta che vengono escluse tutte le patologie reumatologiche o neurologiche che provocano dolore, solo allora ci si può indirizzare verso la fibromialgia. I motivi che provocano la fibromialgia possono essere molto diversi: il lavoro, lo stress, gli eventi luttuosi o emotivamente molto forti, gli abusi sessuali sono tra quelli più diffusi».

Come si cura la fibromialgia? «I farmaci funzionano poco – continua il dr. Casale – proprio per la molteplicità dei sintomi. Solo il 30% delle pazienti ne trae un reale beneficio. I farmaci più utilizzati sono antinfiammatori, antidepressivi, antiepilettici. Oppiati e cannabinoidi non hanno dato i risultati sperati. Ma la risposta migliore si ottiene attraverso la riabilitazione. Il paziente fibromialgico ha bisogno di reimparare ad utilizzare la propria muscolatura. Vorrei anche sottolineare come recenti lavori del nostro gruppo hanno confermato dati di ricercatori americani ed israeliani che dimostrano come l’ossigeno terapia effettuata in camera iperbarica agisca in maniera importante su quei fattori che portano il soggetto a percepire il dolore in modo più accentuato: la camera iperbarica, quindi, va molto bene ma solo se viene associata alla riabilitazione».

L’attenzione rivolta alla sindrome fibromialgica sta comunque crescendo. In Italia quest’anno sono previsti due appuntamento importante legati alla fibromialgia. Entrambi si svolgeranno a Milano: il primo è previsto per il 29 aprile quando si terrà il 16° congresso nazionale dell’Aisf, l’associazione italiana sindrome fibromialgica, in cui verranno approfondite le tematiche legate al trattamento psicoterapeutico del paziente e le aspettative legate al rapporto tra medico e paziente; mentre il 30, 31 agosto e l’1 settembre 2018, sempre nel capoluogo lombardo, si svolgerà il congresso mondiale sulla fibromialgia.

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