Fungo-mania
I consigli di Ats

Con l’approssimarsi della stagione propizia alla crescita dei funghi spontanei, Ats Bergamo ha attivato, come di consueto, il servizio di certificazione della commestibilità mirato a prevenire potenziali avvelenamenti da funghi raccolti durante le passeggiate tra i boschi in montagna.

«È particolarmente importante – evidenzia la dottoressa Maria Grazia Manzoni, tecnico della prevenzione responsabile dell’ispettorato micologico afferente al dipartimento d’igiene e prevenzione sanitaria dell’Ats di Bergamo – effettuare il controllo gratuito sulla commestibilità dell’intero quantitativo di funghi al fine di evitare intossicazioni alimentari legate a specie non commestibili o a porzioni di funghi con parti nocive. I funghi che saranno considerati adatti all’assunzione da parte dell’uomo, dovranno poi essere conservati al fresco in contenitori rigidi ed aerati e andranno consumati nel più breve tempo possibile, secondo quanto indicato durante il controllo medesimo dal micologo. L’unico metodo per stabilire se un fungo possa essere consumato tranquillamente è quello di saperlo identificare, sulla base delle sue caratteristiche, come appartenente a specie di comprovata commestibilità. Tuttavia, è bene osservare le seguenti cautele: non fidarsi né dei cosiddetti esperti né di detti popolari ma consumare solo funghi commestibili e ben cotti; non consumare funghi se prima non sono stati controllati da un micologo esperto o se si hanno alcuni dubbio sulla loro commestibilità; non far consumare funghi a bambini, a donne in stato di gravidanza o durante l’allattamento né a persone che soffrano di disturbi al fegato, allo stomaco, all’intestino e al pancreas o che siano affette da particolari intolleranze verso alimenti, farmaci senza aver prima sentito il parere del medico curante; non consumare mai porzioni abbondanti di funghi ed evitare il consumo temporalmente ravvicinato».

Alla visita d’ispezione i funghi devono essere presentati esclusivamente in contenitori rigidi e forati, come cestini o simili, e separati secondo le diverse categorie. Dovranno essere: freschi (non congelati, scongelati, essiccati o conservati), interi (non recisi, tagliati, spezzettati, lavati, raschiati o privi di parti essenziali al riconoscimento), sani ed in buono stato di conservazione (non larvati, ammuffiti, fermentati, fradici o eccessivamente maturi), puliti da terriccio, foglie e corpi estranei. I funghi non devono provenire da aree sospette di esposizione a fonti di inquinamento chimico o microbiologico come discariche di rifiuti, cumuli di macerie, sponde di corsi di acqua lurida, pascoli dove si sia verificata la transumanza soprattutto di pecore, parchi e giardinetti cittadini o raccolti in vicinanza di aeroporti, autostrade, strade ad intenso traffico veicolare, stabilimenti industriali, forni inceneritori, cimiteri, centrali elettriche, frutteti e colture trattate con antiparassitari.

Qualora dopo il consumo di funghi si avvertissero dolori addominali, vomito, dissenteria o altra sintomatologia è importante contattare immediatamente il proprio medico curante, il numero unico di continuità assistenziale 035/3535, il pronto soccorso più vicino oppure il centro antiveleni dell’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo, sempre operativo al numero verde 800.883.300.

Nel recarsi al pronto soccorso dell’ospedale per una sospetta intossicazione da funghi, è molto importante ricordarsi di portare eventuali avanzi del pasto e dei funghi consumati ed eventuali scarti di parti di fungo conseguenti la pulizia degli stessi. In prima battuta verrà chiesto di fornire indicazioni sul luogo di raccolta e consumo, sul raccoglitore o luogo di acquisto, sulle modalità di conservazione, preparazione e consumo ed ogni altro elemento utile per l’identificazione delle specie fungine consumate.Per ulteriori approfondimenti visitare il portale web www.ats-bg.it.

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