Il nostro sangue
per curare la calvizie

La biorivitalizzazione utilizza il sangue del «paziente» opportunamente lavorato e trattato. Ecco come funziona.

Perdere i capelli è fonte di preoccupazione non solo per gli uomini ma anche, sempre più spesso, per le donne. Stempiature che si accentuano, aree in cui la chioma diventa diradata possono intaccare la qualità di vita, generando ansia e disagio. Premesso che in caso di una caduta eccessiva di capelli è importante approfondire le cause (potrebbe essere il campanello di allarme di qualcosa che non va), oggi la medicina cosiddetta rigenerativa offre la possibilità di trattamenti innovativi per contrastare la caduta dei capelli e persino, in alcuni casi, favorirne la ricrescita.

Tra questi le iniezioni di Prp (Plasma arricchito di piastrine). Ma di cosa si tratta? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Jlenia Lonigro, chirurgo plastico, medico estetico di Smart Clinic «Le Due Torri», struttura sanitaria del Gruppo San Donato all’interno del centro commerciale «Le Due Torri» di Stezzano dove è possibile sottoporsi a questa tecnica in ambienti e con materiali certificati.

Dottoressa Lonigro, innanzitutto cosa è il Prp?

«Prp (acronimo di Platelet rich plasma, plasma arricchito di piastrine) è una tecnica di biorivitalizzazione che utilizza il sangue della stessa persona, prelevato e opportunamente trattato. Il concentrato di piastrine si usa da molti anni, con successo, come rigenerante di tessuti danneggiati ad esempio in chirurgia maxillo-facciale e odontostomatologica, in oculistica e in ortopedia. Ultimamente il suo uso si sta diffondendo sempre di più anche nella medicina estetica, ambito nel quale è utile per ringiovanire la zona del volto, soprattutto guance e contorno occhi (le cosiddette “zampe di gallina”), ma anche collo, decolleté e mani, zone queste ultime difficilmente migliorabili con altri trattamenti di medicina estetica. Un altro campo importante, infine, in cui si sta rivelando un trattamento molto promettente è quello che riguarda la calvizie e il diradamento del capelli».

Ma come si svolge in pratica?

«Una piccola quantità di sangue viene prelevata e centrifugata in una speciale apparecchiatura per separare i globuli rossi dalla parte contenente plasma e piastrine, piccole cellule del sangue ricche di fattori di crescita. Questa parte viene poi trattata con una sostanza che favorisce la proliferazione delle piastrine. Il plasma ad alto contenuto di piastrine viene poi re-iniettato sotto cute, nel caso dei capelli nel cuoio capelluto, con microiniezioni».

Nel caso dei capelli, quale azione svolge questo plasma arricchito?

«Agisce andando a stimolare l’attività dei follicoli piliferi. Questo si traduce in diversi effetti: può contribuire al rinvigorimento dei capelli, può aiutare a rallentare la caduta dei capelli e, in alcuni casi, può favorirne anche la ricrescita. I migliori risultati si ottengono quando il follicolo è ancora aperto e il bulbo non è atrofizzato. Ovviamente, più tempestivamente si interviene, meglio è».

Quali sono i benefici?

«Dopo due settimane dall’ultimo trattamento con Prpi si riscontra un aumento di spessore dell’epidermide del cuoio capelluto, oltre a un aumento del numero dei follicoli (e quindi la comparsa di nuovi capelli) rispetto alle zone non trattate».

Basta un trattamento?

«Il protocollo iniziale per la calvizie in genere prevede una applicazione al mese per tre mesi, con una seduta di richiamo annuale. In ogni caso è sempre il medico che, a seconda delle caratteristiche e delle aspettative della persona, insieme a lei stabilisce quale sia la cadenza più indicata».

È doloroso?

«No. Solo nel caso di trattamento per la calvizie può essere necessario applicare un’anestesia locale (pomata), essendo il cuoio cappelluto una zona particolarmente sensibile».

Ed è sicuro?

«Sì, poiché la sostanza deriva dal paziente stesso ed è ben tollerata. Non presenta quindi effetti collaterali né reazioni avverse o di natura allergica».

© RIPRODUZIONE RISERVATA