Sindrome dell’occhio secco
ne soffre un italiano su quattro

Malattia fastidiosa che colpisce soprattutto anziani e donne in quanto legata all’avanzamento dell’età e ai processi ormonali.

Non sono pochi gli italiani che soffrono della sindrome dell’occhio secco: il 25%.Si tratta di una malattia fastidiosa che colpisce soprattutto anziani e donne in quanto legata all’avanzamento dell’età e a processi ormonali che inducono una ridotta produzione o una eccessiva evaporazione del film lacrimale. La causa della sindrome dell’occhio secco è la progressiva atrofia delle ghiandole lacrimali che causa irritazione e infiammazione, perché la superficie dell’occhio non viene più protetta dalla pellicola acquosa. «La funzione delle lacrime è spesso sottovalutata – spiega Marcello Galdini, responsabile dell’Oculistica di Humanitas Castelli -. Non solo nutrono le cellule perché apportano ossigeno e nutrienti, ma lubrificano la superficie dell’occhio contribuendo così alla corretta funzione visiva e proteggono dalle aggressioni dell’ambiente esterno». Quando l’occhio si secca, le persone avvertono una sensazione di fastidio che può arrivare ad essere dolore al risveglio, quando l’occhio è esposto alla luce del sole o quando ci si trova in ambiente ventoso, secco o climatizzato. «La riduzione del film lacrimale (ipolacrimia) o l’eccessiva evaporazione lacrimale (dislacrimia) sono correlate all’aumento dell’età – prosegue lo specialista – e agli squilibri ormonali che accompagnano la menopausa, per questo sono le donne sopra i 65 anni ad esserne più colpite».

Ci sono però alcune buone abitudini che prevengono l’aggravarsi della patologia, ad esempio «osservare una corretta idratazione bevendo 2 litri di acqua al giorno e consumando frutta e verdura – spiega il dottor Galdini -; creare un ambiente domestico non troppo secco; limitare l’uso di dispositivi con schermo luminoso che, tra l’altro, riducono l’istinto di ammiccare, il gesto naturale con cui umidifichiamo l’occhio; tenere pulito il bordo delle palpebre usando salviette dedicate in caso di blefarite. A livello terapeutico, si possono ridurre i sintomi con colliri, gel e gocce umidificanti.

«Esistono delle terapie con lacrime a base di acido ialuronico – continua il responsabile dell’Oculistica di Humanitas Castelli -. Si tratta di una sostanza già presente nel liquido dell’occhio che ha la caratteristica di trattenere acqua in percentuale molto elevata. Per questo viene usata in chirurgia oftalmica per proteggere naturalmente i tessuti. Questo tipo di medicinale è prescritto dal medico specialista dopo una visita e dopo aver determinato la terapia farmacologica più adatta». È recente l’introduzione di una nuova terapia che sfrutta l’emissione di una luce pulsata indirizzata nelle regione palpebrale e perioculare. Questa terapia è in grado di ristabilire, in pazienti selezionati, un miglioramento delle caratteristiche del film lacrimale. In questo modo si riduce parecchio la fastidiosa sintomatologia indotta dalla dislacrimia.

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