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Allergie, scatta l’allerta di primavera. Ma attenzione a non confondere i sintomi

Al Centro Medico M.R. di Gorle nuovo ambulatorio di Allergologia e Medicina Interna, gestito dalla dott.ssa Annamaria Cammà: «Ci sono pazienti allergici ai pollini che possono reagire con sintomi anche a determinati alimenti. Per questo è fondamentale agire preventivamente e conoscere l’allergene scatenante»

Sapete cosa sono le allergie crociate? Sono reazioni allergiche scatenate da cause apparentemente non correlate fra di loro, in particolare i pollini e gli alimenti di origine vegetale. Si stima che il 70% degli allergici al polline degli alberi (come betulla, ontano, nocciolo) presenti allergie crociate ad alimenti le cui proteine sono molto simili tra loro. Il nostro sistema immunitario non è in grado di distinguerle ma riconosce soltanto l’allergene come un rischio e viene così a crearsi un’allergia crociata che può presentare sintomi diversi (nasali, oculari, respiratori, cutanei) che a volte non si presentano tutti insieme: ci sono cibi che causano sintomi respiratori e, viceversa, pollini che possono scatenare disturbi intestinali.

Ma quanti sanno che a seconda del tipo di polline a cui si è allergici si dovrebbero evitare anche determinati alimenti? E come scoprire quale sono le reazioni crociate causate dalle molecole presenti nei pollini delle graminacee, delle erbe dei campi e dei fiori stessi che tra poche settimane si diffonderanno nell’aria? Ne parliamo con la dott.ssa Annamaria Cammà , responsabile del nuovo doppio ambulatorio del Centro Medico M.R. di Gorle dedicato all’ Allergologia e alla Medicina Interna , presidio fondamentale per diagnosticare allergie o altre patologie specifiche che l’internista può ulteriormente approfondire.

Le allergie alimentari sono così diffuse?

«In realtà le vere allergie alimentari concernono solo una piccola percentuale di pazienti adulti, dal 2 al 5%, e spesso si tratta appunto di reazioni crociate, cioè si è allergici ad un polline e si sviluppano delle reazioni allergiche per lo più limitate alla bocca e alle labbra quando si ingerisce un alimento che contiene delle proteine presenti anche nel polline».

Perché, quindi, è importante un consulto con l’allergologo?

«Perché la nostra alimentazione dovrebbe essere sana e varia ma spesso non lo è. E sono sempre di più le persone che presentano delle reazioni avverse dopo aver ingerito alcuni alimenti: disturbi digestivi, gonfiore addominale, diarrea, nausea o vomito, talvolta gonfiore al viso e alle labbra, alla lingua. E ancora orticaria o prurito, sino a respiro sibilante e ipotensione».

Di fronte ad un sospetto di allergia respiratoria o alimentare come comportarsi?

«La visita ambulatoriale è ovviamente il primo step. Diciamo che oggi le allergie alimentari più diffuse sono quelle ai crostacei, alla frutta a guscio, al pesce, alle uova, al latte ma sono tanti gli alimenti che possono disturbare il nostro sistema immunitario: per valutare la situazione si eseguono una serie di indagini non invasive come il Prick test, un test allergologico cutaneo che si esegue applicando una piccola goccia di estratto di allergene sulla pelle dell’avambraccio e pungendola con una apposita punta. I test allergologici cutanei devono essere eseguiti da personale medico in grado di valutare e interpretare correttamente la risposta cutanea al test. Potrebbe essere indicato completare con un prelievo del sangue. Sulla base delle analisi, infatti, l’allergologo, può indicare il percorso terapeutico per ottenere il miglior controllo dei sintomi, costante nel tempo».

In cosa consiste la visita?

«La valutazione da parte dell’allergologo permette di approfondire ogni caso e quindi una diagnosi accurata, attraverso la ricostruzione della storia clinica del paziente con i suoi sintomi. Se necessario si eseguono anche test cutanei: un prelievo del sangue degli anticorpi in causa nelle reazioni allergiche. Può essere indicato somministrare per bocca l’alimento sospetto, test che deve essere effettuato in ambiente ospedaliero protetto per poter intervenire in caso di reazioni allergiche gravi».

E nel caso di allergia conclamata?

«Dovremmo affidarci a uno specialista qualificato per fare chiarezza, in particolare all’allergologo per la diagnosi e le implicazioni terapeutiche. Si può valutare anche l’Immunoterapia Allergene Specifica, il cosiddetto vaccino antiallergico, l’unica terapia che permette di risolvere il problema alla radice, agendo sulle cause, non sui sintomi, poiché modifica la risposta immunitaria nei soggetti allergici: in contatto con l’allergene verso il quale il paziente è sensibilizzato si può bloccare gradualmente la risposta d’ anticorpi IgE causa dei sintomi del paziente allergico. se i disturbi lamentati sono scatenati da intolleranze o altre patologie, (quindi non allergici) , la valutazione del medico di Medicina interna può completare l’inquadramento del paziente».

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