Azienda edile evade per 5 milioni di euro
Denunce e sequestri nel Basso Sebino

La Guardia di Finanza di Sarnico ha scoperto un’evasione fiscale per 5 milioni di euro messa a segno da una società operante nel settore della costruzione di edifici, con sede dichiarata sulla carta a Brescia ed effettiva a Castelli Calepio.

Il servizio è nato dall’attività di ricerca evasori, si è sviluppato mediante indagini di polizia giudiziaria coordinate dal pm Davide Palmieri e ha messo in campo accertamenti bancari, perquisizioni locali. Sono state assunte informazioni da parte di professionisti, clienti, fornitori e dipendenti della società oggetto d’indagine. I finanzieri, nonostante la totale assenza di contabilità aziendale, sono riusciti a ricostruire il volume d’affari e i redditi non dichiarati dalla società ufficialmente amministrata da persone che fungevano da “teste di legno” - un bergamasco ed un milanese - e a scoprire colui che la gestiva di fatto, un geometra di Villongo. Sono stati necessari diversi mesi di attività per risalire alle ristrutturazioni di edifici ed alle costruzioni realizzate dall’impresa che è arrivata ad operare anche con picchi di 141 dipendenti, offrendo prestazioni a prezzi “fuori mercato” perché non venivano versate imposte dirette, IVA e contributi previdenziali ed assistenziali per i dipendenti, con il meccanismo delle compensazioni mediante l’utilizzo di crediti inesistenti. I responsabili della frode - i due legali rappresentanti succedutisi nel tempo e la persona che di fatto amministrava l’azienda - sono stati denunciati per i reati di omesse dichiarazioni, indebite compensazioni e distruzione della contabilità. A seguito di specifica richiesta, il GIP del Tribunale di Bergamo Bianca Maria Bianchi, ha emesso un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche “per equivalente”, del profitto del reato, quantificato in € 1.536.122. I militari della Guardia di Finanza di Sarnico hanno potuto così sequestrare conti correnti bancari, immobili, autovetture, motoveicoli e quote societarie nella disponibilità degli indagati. Tra i beni sequestrati spiccano una lussuosa villa a Villongo ed un’auto di grossa cilindrata che il geometra “dominus” della frode aveva fittiziamente intestato alla moglie (da cui secondo le indagini si sospetta si era separato solo formalmente e con la quale continuava a convivere), ma che non sono sfuggiti agli investigatori, che ne hanno ricondotto – grazie a mirate attività d’intelligence – la reale disponibilità al predetto indagato.

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