21enne schiacciato dalla croce a Cevo
In cinque a processo per la morte di Marco

Cinque a processo per la morte del 21enne di Lovere, schiacciato dalla croce realizzata per la visita di Giovanni Paolo II a Brescia. Il giovane, animatore del suo oratorio in gita a Cevo, in Val Camonica, stava giocando proprio sotto quella croce che si è spezzata all’improvviso il 24 aprile 2014.

Per il sindaco di Cevo, Silvio Citroni, il suo predecessore Mauro Bazzana, un tecnico del comune di Cevo, il progettista e responsabile dei lavori e Mauro Maffessoli, presidente dell’associazione culturale proprietaria dell’opera la Pm Caty Bressanelli ha chiesto il rinvio a giudizio. Altri erano stati indagati per il crollo del 24 aprile 2014 al dosso dell’Androla, posizioni poi archiviate. L’inchiesta avrebbe appurato che la tragedia ha avuto origine dallo stato dell’opera.

Il legno che reggeva il Cristo crocefisso cedette travolgendo e uccidendo Marco Gusmini, che non aveva avuto il tempo di spostarsi da sotto la croce dove si trovava. Il giovane era in gita con la sua parrocchia. Ora sarà il gup a pronunciarsi e nella decisione per un eventuale processo peseranno le perizie tecniche.

Per quanto riguarda l’opera, su iniziativa dell’Unione dei Comuni della Valsaviore, grazie ai fondi del bando «6.000 campanili», la grande Croce sarà ricollocata. Il costo totale dell’intervento sarà di circa 350 mila euro.

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