«Agguato per uccidere il papà»
Le indagini portano a Piazzatorre

C’è una novità tutta bergamasca nelle indagini della morte del commerciante milanese ucciso due anni fa. Novità che portano a Piazzatorre.

Aveva da tempo una seconda casa a Piazzatorre, Maurizio Pozzi, il 69enne commerciante milanese ucciso il 5 febbraio di due anni fa nel suo appartamento nel quartiere di Affori. Nell’estate del 2014, mentre era in villeggiatura nel piccolo Comune il titolare del negozio di calzature a conduzione familiare di via Pellegrino Rossi era stato aggredito.

Proprio lui aveva denunciato l’accaduto ai carabinieri del posto, raccontando che un uomo con casco in testa era sceso da una moto su cui c’era un complice e l’aveva colpito a bastonate e ferito a un braccio. Quello che non si sapeva e che si è invece scoperto solo adesso è che dietro quello strano agguato c’era un retroscena imprevisto. L’aggressore, poi identificato e indagato per lesioni dalla Procura di Bergamo, sarebbe salito a Piazzatorre in nome e per conto di Simona Pozzi, 45 anni, la figlia della vittima, sposata e con due figli. Da lei avrebbe ricevuto l’incarico non solo di dare una lezione al genitore, bensì di farlo fuori.

Per questo, e qui sta la svolta nelle indagini, è stato chiesto l’arresto della figlia, a detta loro mandante sia del mancato tentato omicidio di Piazzatorre sia dell’omicidio poi portato a termine (da soggetto rimasto ancora ignoto) nell’abitazione di Maurizio Pozzi. Respinta dal gip Franco Cantù Rajnoldi, l’istanza della Procura della metropoli lombarda è stata riproposta davanti al Tribunale del Riesame, di cui è attesa ora la decisione dopo l’udienza di discussione.

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