Il dramma dell’alcolismo
Solo il 10 per cento si cura

L’Osservatorio nazionale alcol dell’Istituto superiore della sanità ha rilevato che gli italiani bevitori in modo esagerato e dannoso per la loro salute sono circa 720mila. Nel 2014, però, appena 73mila alcolisti sono stati presi in carico dai 504 servizi o gruppi di lavoro per l’alcoldipendenza identificati sul territorio. Insomma, solo il 10 per cento si cura. Gli altri restano sommersi, non ricevono alcuna forma di trattamento in grado di arrestare la progressione del danno e di prevenire il passo verso forme più complesse di dipendenza.

Non solo. Sempre secondo l’Osservatorio nazionale alcol, esisterebbe un «grave debito formativo professionale» a carico dei medici, che «non sono formati dalle università» sul versante della prevenzione dell’alcolismo. Un’indagine dell’Unione europea ha evidenziato che soltanto un medico italiano su tre fa uso nella pratica clinica del metodo Audit («Alcohol use disorder identification test») come strumento ordinario di screening. L’Istituto superiore della sanità risponde, dichiarando di essere pronto a offrire alle Regioni la formazione specifica per i medici secondo i parametri europei e internazionali.

Un dato se possibile ancora più allarmante viene dall’Istat: sono i più giovani a ubriacarsi. La sbronza è una pratica molto diffusa tra i ragazzi dagli 11 - incredibile: gli alunni tra la quinta elementare e la prima media - ai 25 anni d’età: in totale 3,3 milioni. Il 17 per cento di tutti gli intossicati da alcol che arrivano ai Pronto soccorso - ricorda ancora l’Osservatorio nazionale - ha meno di 14 anni. I bambini e i giovani sono più sensibili agli effetti dell’alcol rispetto agli adulti. Il loro sviluppo fisico non è ancora completato: diversi organi, come il fegato e il cervello, non hanno raggiunto la completa maturità. Il loro peso corporeo è ancora basso: si ubriacano più in fretta e corrono un rischio elevato di causare incidenti e di subire danni fisici. Inoltre molti ragazzi, ma anche molti adulti, sottovalutano il pericolo di un’intossicazione da alcol, che sussiste soprattutto in caso di veloce assunzione di bevande ad alto tasso alcolico.

È esperienza comune nelle famiglie che nelle feste degli adolescenti siano ormai presenti con troppa frequenza bottiglie di superalcolici. A tal punto che chi intende organizzare party analcolici rinuncia per il timore di essere emarginato dal gruppo di amici, perché il consumo di alcol è vissuto dai ragazzi come un rito di passaggio per entrare nel mondo degli adulti. Prima ancora che un problema sanitario, è un enorme problema educativo, che andrebbe affrontato con forza nelle famiglie, ma anche nelle scuole. Non si cresce con l’alcol.

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