I bergamaschi
a Pitti Uomo

Immancabile e tradizionale. Si torna a parlare di Pitti Immagine Uomo, in programma dall'8 all'11 gennaio alla Fortezza da Basso di Firenze. In scena anche numerose aziende bergamasche con una defezione, quella di Etiqueta Negra, e un ritorno, quello di Perofil.

Immancabile e tradizionale. Si torna a parlare di Pitti Immagine Uomo, in programma dall'8 all'11 gennaio alla Fortezza da Basso di Firenze. Il «campionato di Formula 1 della moda uomo», per dirla con le parole di Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine. In scena anche numerose aziende bergamasche con una defezione, quella di Etiqueta Negra, e un ritorno, quello di Perofil.

Cambiamento di strategia per Etiqueta Negra e Tortuga Academy: l'Indas di Medolago lascia Firenze per Berlino dove, dal 15 al 17 gennaio, parteciperà al Premium. Il motivo è semplice: spingere sul mercato nordeuropeo e dell'est. «Non è detto che non rifaremo Pitti - spiega Simona Abati, presidente dell'azienda bergamasca che produce e distribuisce i due brand -. Ora però lo sguardo è verso nord: Germania, Olanda, Belgio e Scandinavia in particolare». Cambia la strategia, cambia la location: «La Germania è il nostro mercato trainante, insieme alla Francia dove abbiamo aperto un monomarca a Deauville. Siamo da poco anche a Saint Tropez sia con Etiqueta che con Tortuga». Prossimo sbocco gli Emirati Arabi: «Intorno a marzo apriremo un monomarca di Etiqueta a Jeddah - continua Abati -. Prossime aperture anche in una località turistica della Spagna e a Roma». E se l'export «salva» il 50% del fatturato (comunque stabile rispetto all'anno precedente e intorno agli 11 milioni), obiettivo dell'azienda è continuare a sviluppare i due brand, «penetrando capillarmente sul territorio con nuove aperture retail e spingendo parallelamente le due griffe».

Dopo due anni di assenza, Perofil torna invece a Pitti Immagine Uomo con l'obiettivo di «essere sempre presenti anche nei prossimi anni». Con uno slogan che primeggia: «Cose da uomini». L'azienda di intimo maschile, che ha la sua base operativa a Bergamo, in via Zanica, da qualche anno si è concentrata sull'uomo. Il tutto attraverso due marchi: Perofil, appunto, e Ermenegildo Zegna, con cui nel 2006 l'azienda ha siglato un accordo pluriennale per la licenza di produzione e distribuzione di una linea underwear, pigiameria e calze di lusso. La vera scommessa di Perofil è consolidarsi sui mercati esteri. Se i suoi prodotti sono già distribuiti in oltre 60 Paesi, infatti, sono mercati come quello cinese e quello russo che fanno gola all'azienda, perché «è lì che si vedono gli incrementi di vendite più significativi», come spiega Monica Moscheni, marketing manager di Perofil. Ma veniamo alla kermesse fiorentina, dove l'azienda ha deciso di proporre alcune novità per entrambi i marchi. Per quanto riguarda Perofil è stata messa a punto una nuova tecnologia di filatura in grado di garantire ancora più morbidezza ai tessuti. Partendo da un particolare materiale che deriva dalla cellulosa del legno, il cui indice idroscopico è altissimo, questo è in grado di trasportare l'umidità all'esterno, in modo che sulla pelle si mantenga una freschezza costante.

Immancabili le calze belle e curiose del Calzificio Bresciani di Spirano, che alla Fortezza da Basso quest'anno propone calze con tanto di orologio riprodotto all'altezza della caviglia. Dai modelli classici a quelli tecnologici, vintage, al quarzo, di brillanti: minuziosi jacquard riproducono sulle «clock sock» le diverse tipologie di quadranti. Non solo orologi, ma anche grafiche animalier di zebre, leopardi e giraffe fanno capolino sulle calze dell'azienda bergamasca. Maculati, fantasie tribali e ricami con perline Masai per un omaggio alla cultura africana. Fra le proposte del Calzificio Bresciani non potevano mancare i riferimenti alla tradizione italiana, con un omaggio all'«Orlando furioso». «Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori, le cortesie, l'audaci imprese io canto», scriveva Ludovico Ariosto e a 540 anni dalla sua nascita (avvenuta a Reggio Emilia nel 1474), l'azienda di Spirano gli dedica una calza letteraria, con citazioni dal celebre poema cavalleresco. Se di opera non ve basta una, ecco che lungo le calze si compone un'intera libreria, con tanto di tomi e volumi stilizzati.

Il Maglificio Scaglione di Bergamo porta invece in scena un uomo più chic, con un ritorno e sviluppo della collezione «Air Jumper», maglie leggerissime in lana merinos. «Questa linea dimostra come i tempi sono cambiati e come si sono modificate le scelte dei clienti: dal cachemire di alto livello, si cercano prodotti più innovati» commenta il titolare Giovanni Scaglione. L'azienda intanto cresce (il fatturato è in linea con l'anno precedente, sopra i 3 milioni di euro) e aggiorna la collezione: «Dalla vestibilità asciutta - continua -, i tagli sono moderni. Resta alta l'attenzione per i materiali, proponiamo un prodotto più chic, per un nuovo più elegante e più "urban"». Giubbotti in lana merinos pettinata in blu navy e verde militare, la maglieria si fa sottile in filo merinos pettinato e in cachemire. Il colore, come fosse un intarsio dona profondità alle maglie; i toni sono brillanti, le geometrie pulite. «La crisi c'è, ma stiamo lavorando bene sia in Italia che all'estero, con il Giappone come mercato consolidato. Spingiamo ora sugli Usa, dove siamo in trattativa». Proibito lamentarsi, scherza Scaglione. Poi uno sguardo al futuro: «Monomarca? Ora sono prudente. Ma non dico di no».

A Pitti anche Capobianco. L'obiettivo è il mercato degli Usa e della Russia, paesi per la Duelle Industria di Zanica in cui spingere per il 2013. Già presente nelle vetrine di Barney's a New York, in 4 anni l'attività dell'azienda di Marco Lorenzi ha registrato una continua crescita del volume d'affari: il fatturato è passato da 1.9 milioni di euro nel 2008 a 3.7 milioni nel 2011 mentre il 2012 si assesta a 3.8 milioni di euro con un incremento del 5% circa. Positive le previsioni sul 2013/2014: «Contando sull'allargamento dei mercati di distribuzione - commenta Lorenzi -, è prevista una crescita del 10%, che porterà il fatturato a superare i 4 milioni di euro». Le novità proposte a Pitti? Il giubbino in jersey di cachemire imbottito di ovatta di seta e una nuova linea di t-shirt sempre in cachemire, cotone e seta. Materiali pregiati per una collezione sempre all'insegna della sartorialità, con la predilezione del cachemire, combinato alla felpa, mentre i capi spalla si fanno sempre più ricercati nelle imbottiture e nelle linee. All'insegna del confort e al dettaglio di qualità. Un esempio: bottoni, alamari e pendenti di chiusura delle cerniere sono in corno naturale.

Dopo cinture, borse e scarpe, Minoronzoni 1953 si lancia invece anche nell'abbigliamento con una linea di giubbini in pelle che porta a Pitti. Stile vintage, pellame invecchiato per tutta la collezione che si conferma dal sapore retrò per cinture, biker, cartelle e borse da viaggio, oltre a una linea di calzature, tra stivaletti e polacchini. «Puntiamo al mercato europeo con questa linea che compie un anno - spiega Mino Ronzoni, titolare della Minoronzoni Srl di Ponte San Pietro -. Dai primi 120 clienti, la previsione è di triplicare i contatti e quindi incrementare il fatturato raggiungendo per quest'anno 1 milione e mezzo di euro». Questo mentre il 2012 si chiude con un incremento del fatturato (68 milioni) e il 2013 si apre con un nuovissimo progetto: «Abbiamo iniziato a produrre la Minoronzoni Golf, con i primi 5 mila pezzi. A febbraio apriremo un corner a Malpensa di Tosca Blu e con questo il primo del Golf». Un brand nuovo e una nuova filosofia: una collezione d'accessori in goffrato stampato con fantasia prettamente golfistica caratterizzata dal disegno in stile anni Settanta di alcuni giocatori sul campo. «I corner saranno nei Golf Club e negli aeroporti» spiega Ronzoni mentre la Cina resta sempre nei suoi pensieri: «Un mese fa abbiamo aperto un ufficio a Wanzu: per il momento si tratta di una base che mi permette di fare ricerca e controllo di qualità del prodotto. L'intenzione è poi di estendere anche la rete commerciale: utile sarà partecipare al Micam, per la prima volta a Shanghai in aprile». Annunciate anche le nuove aperture: «A marzo ad Abu Dhabi con Tosca Blu, a seguire un corner a Como - continua -. Estenderò anche lo showroom di via Montenapoleone per tutte e tre le linee». Senza fermarsi: «Penso all'abbigliamento, è il prossimo passo da fare. Ma prima pensiamo al Golf».

A Firenze cìè anche Bagutta, che a Pitti presenta le proposte del nuovo direttore creativo del marchio Angelo Figus. Bagutta, marchio di punta della Cit Spa di Arcore guidata dal bergamasco Antonio Gavazzeni, si mantiene forte con un fatturato in leggera crescita a 36 milioni di euro. Firenze sarà la vetrina per consolidare il mercato, partendo dalla camiceria classica fino alle nuove linee moda che vanno dalla collezione da cerimonia alle proposte per l'«uomo urban» dalle linee decise, i volumi comodi ma stilizzati. Lavaggi e tinture, accorgimenti tecnici in abbottonature, colli, tasche e rinforzi sono applicati su canvas di cotone smerigliato tinto in capo, flanelle pesanti, ma anche velluti a coste e tele jacquard, senza dimenticare giacche uso giubbotto e pantaloni dal volume sportivo.

Pinetti si presenta invece alla Fortezza da Basso con tre nuovi prodotti che strizzano l'occhio ai giovani. L'azienda di Brusaporto che realizza accessori, regalistica aziendale, piccola pelletteria e cartoleria di alta manifattura, propone «Studlicious», linea di porta iPad, iPhone e laptop in diversi colori, arricchita di borchie in Abs, materiale che ne riduce notevolmente il peso. «Grammo-phone» è invece l'amplificatore per iPhone, ideale per ascoltare musica e per audio-conferenze, realizzato in un unico blocco di rovere e rivestito di pelle pregiata. Pinetti presenta inoltre due nuove borse: una realizzata in pelle di vitello, l'altra in eco-cuoio, materiale ecologico al 100% e allo stesso tempo tecnologico.

Sempre più un lusso di nicchia, sempre più alta qualità e materiali pregiatissimi per Mazzoleni Gloves che guarda all'export, Russia in primis, per consolidare il mercato. A Pitti l'azienda di Mozzo spinge sulla ricercatezza: dalla pelle di cervo a quella di pitone , caimano e struzzo. Lavorazioni sempre più particolareggiate, l'artigianalità è il punto di forza con una media di 22 mila guanti prodotti all'anno. Guardando fuori dall'Italia, per un export vincente: «Proseguiamo con la strategia dello scorso anno e oramai il 70% della nostra produzione varca i confini italiani», sottolinea Daniela Lozza, responsabile delle vendite per l'estero.

La Compagnia delle Pelli sarà a Pitti con La Martina accessori. Un anno di consolidamento sul mercato domestico quello appena trascorso per l'azienda di Bonate Sopra, in particolare con le linee di fascia alta, e di crescita sui mercati esteri del Medio Oriente e dell'Europa dell'Est. Questo con la presenza de La Compagnia delle Pelli sul mercato internazionale con ruoli diversi: distributore dell'abbigliamento La Martina per l'Italia, licenziatario world-wide per gli accessori di pelletteria di Class Roberto Cavalli e La Martina per l'Europa e Medio Oriente, nonché gestore di quattro monomarca La Martina (Milano, Roma, Forte dei Marmi e Milano Marittima) ai quali si è affiancata la recente apertura del negozio multimarca di Verona. A Pitti la collezione degli accessori ha un sapore graffiante: Patagonia, Pampa e Gauchos sono i tre «totem» tematici, rappresentati attraverso borsoni da viaggio e borse capienti in pellame lavorato con tecniche che ne esaltano la morbidezza e qualità.

È una collezione ispirata allo stile british quella di Dalmine 1952, storico marchio del Maglificio Dalmine, con l'evoluzione dei galles e dei tartan che si tinge di nuove cromie, mentre i rombi argyle si alternano agli spigati. La stagione è caratterizzata da un mix di tessuti e materiali diversi tra loro, con abbinamenti pelle-cashmere, tricot «fair isle»-lana cotta e giubbini tecnici inseriti sotto a soffici maglie. Per quanto riguarda i colori, invece, si va dal bianco al grigio fino ai blu più intensi.

La Camiceria Maffeis di Bergamo, fondata nel 1958 da Emanuele Maffeis, gioca infine sull'eleganza e sul classico, attraverso l'utilizzo di tessuti naturali molto fini. Con un occhio di riguardo ai giovani, lavorando molto sulle forme e sul colletto, sempre più morbido e con rifiniture a mano. Il rigato si alterna ai più sportivi quadri o al jersey, con contrasti di colore che puntano a rendere le camicie più «spiritose».

Francesca Belotti
Fabiana Tinaglia

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