A Cenate ci sono
«Le Artigiane»

A Cenate Sotto si scoprono «Le Artigiane». Sono Deborah Belloli e Giorgia Iori e il loro brand è nato lo scorso anno, quasi per gioco. Ora il loro atelier sta diventando un passaparola tra le bergamasche a caccia di novità. Made in Bergamo.

Appena le incontri ti colpisce il sorriso. Pulito, aperto, solare. Poi non si possono non notare la giacca leggera in pelle traforata di Deborah e il lungo abito in jersey di Giorgia. Intanto loro sorridono e portano una ventata di aria fresca. Entusiaste del loro lavoro, intraprendenti. Un bel messaggio primaverile quello de «Le Artigiane»: il brand è nato lo scorso anno, quasi per gioco, e ora l'atelier di Cenate Sotto sta diventando un indirizzo da scambiarsi, un passaparola tra le bergamasche a caccia di novità e di prodotti made in Italy. Anzi, made in Bergamo.

Deborah Belloli e Giorgia Iori si conoscono nel 2011 alla Bilingual British School, scuola bilingue di Scanzorosciate frequentata dai loro figli. La direttrice dell'istituto le mette in contatto e affida loro il compito di ideare la divisa scolastica. Giorgia, 35enne di origini emiliane, arriva a Bergamo dopo anni nel gruppo Max Mara e Burani; Deborah, 29 anni, è la tuttofare della Redill, azienda di accessori, pellicceria e pelle di proprietà del marito. Nasce così «La mia divisa», un marchio che diventa il trampolino di lancio per qualcosa di più: «Il progetto delle uniformi scolastiche continua e si sta implementando - racconta Deborah -, ma nel frattempo abbiamo pensato di puntare sulla moda donna, partendo da una linea di capispalla».

Le linee sono moderne e, giocando in casa con la Redill accanto all'atelier, non si poteva non approfittare dei materiali: la collezione per il prossimo autunno/inverno è un mix di giacchine in lapin rex, cappottini in mongolia short, trench in pelle, gilet in montone e volpe. «Facciamo anche una linea in ecopelle e in ecopelliccia, con un'ampia varietà di colori e la possibilità di personalizzare ogni capo a seconda delle esigenze». Da qui il nome «Le Artigiane»: «Ci sentiamo delle sarte, ancora con il metro in mano, e puntiamo a una linea giovane, giocando con i materiali e rinnovando l'allure di una pelliccia». Dai capispalla, Le Artigiane proseguono con grande intraprendenza: «Per questa primavera siamo già verso un total look» spiega Giorgia. E vicino a gilet scamosciati, giacchine in pelle matelassè rifinite da catene oro, compaiono lunghi abiti in jersey, camiciole in lino e cotone, ampie gonne. Senza dimenticare gli accessori, con una linea di maxi-bag e pochette tinte in capo dai colori di questa primavera, dal giallo al cipria, dall'azzurro polvere all'immortale grigio e color cuoio.

C'è il dettaglio della borchia a fare la differenza, e poi rifiniture artigianali (l'etichetta è ricamata nel Carpigiano) su cui le due giovani stiliste puntano molto: «Per differenziarci e per una produzione che sappia ancora stupire» dicono. Le maniche si fanno più strette e corte, si punta sul bolerino dai colori pop, gli abiti sono sbarazzini. «Il tutto senza strafare coi prezzi, perchè i tempi sono evidenti a tutti - va avanti Deborah -, e la moda ha bisogno di una ventata di aria fresca»». E dall'atelier di via Lussana, Le Artigiane sono già in diversi negozi della Bergamasca, ma anche in Svizzera e Austria: «Siamo ora in uno showroom a Vicenza e con un gruppo di agenti che proporranno la nostra collezione» mentre tra le nuove idee c'è anche T-bet, linea di bracciali in pietre dure semipreziose in arrivo dall'India. Howlite turchese, agata nera, quarzo rosa, sodalite blu, pietre sfaccettate per riflettere ogni fascio di luce: «Quella del sole, che ci illumina, ci fa risplendere» dicono loro. Con il sorriso sulle labbra.

Fabiana Tinaglia

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