Cambio della guardia
per «Uomo Re»

Cambio di testimone da «Uomo Re», storico di negozio di abbigliamento maschile in passaggio Bruni. Dopo 25 anni di attività in proprio e 35 di lavoro Gigi Sofist lascerà la gestione a un socio e a un commesso. E spiega: «Ora investo in felicità».

Cambio di testimone alla guida di «Uomo Re», storico di negozio di abbigliamento maschile in passaggio Bruni. Dopo 25 anni di attività in proprio e 35 di lavoro nel mondo del commercio Gigi Sofisti, 51 anni di Bergamo, lascerà la gestione a un socio e a un commesso che da anni lavorano in questo plurimarca di moda uomo. Lo scorso settembre aveva festeggiato un quarto di secolo di attività e per Natale il negozio chiuderà sotto la sua gestione per poi riaprire in mano a due dei commessi che da anni lavorano in questo plurimarca di moda uomo.

«Cedo tutte le mie quote, chiudo questo capitolo della mia vita. E non lo faccio a cuor leggero». I motivi? Presto detti: «Mi sembra di ripetere quanto giorni fa ha raccontato Luca Sacerdote. Dagli affitti ai costi di gestione, da un cambio del mercato alla crisi dei consumi fino all'avvento dell'e-commerce» spiega il commerciante che nella moda ha iniziato a lavorarci a 15 anni: «Nel 1977 facevo il commesso da “Arbiter”, negozio di lusso in Porta Nuova: era il top a Bergamo, il primo a portare in città il nome di Giorgio Armani. Qui con mio fratello Fabrizio ho imparato il mestiere». Poi il grande salto: «Ho sempre pensato che ognuno deve essere regista del proprio film: nel 1988 ho aperto Reporter, monomarca uomo, sempre con Fabrizio. Mi ricordo l'investimento: 500 milioni di vecchie lire».

Dopo 4 anni la boutique si trasforma in plurimarca, sempre moda uomo, e con brand importanti, da Santoni a Jacobs fino a Luca Roda: «Intanto Fabrizio apre Klan's in via Sant'Alessandro e io proseguo, sviluppando anche il progetto del “su misura”: al quinto piano avevo una vera e propria sartoria». C'era Antonio Savoldi che realizzava abiti e camicie: «Facevamo anche le scarpe e la maglieria in cachemire – continua Sofisti -, ma tre anni fa ho abbandonato l'avventura: la richiesta era diminuita, i costi troppo alti, e mancava personale specializzato».

Finisce così un pezzo di Uomo Re, e adesso ne finisce un altro: «I ragazzi manterranno il nome ma gli daranno una nuova impronta. Io penso ad altro». Quando per altro Sofisti intende “TerraUomo”, associazione benefica di Ranica di cui è presidente: «È nata un anno fa, mi fa stare bene: ora ho nuovi obiettivi». Anche se al mondo della moda qualcosa ha ancora da dire: «Non è che la crisi ha solo cambiato i consumi. Sono i consumi che si sono evoluti perché alla base è cambiato l'interesse del pubblico». Il vero investimento da fare? «Sulla felicità – dice -, perché la gente ora ricerca questo». E la moda può ancora donare felicità se cambiano le sue dinamiche: «Ma i commercianti devono avere gli strumenti per lavorare, ripensando alle dinamiche di ordini e pagamenti, forniture e approvvigionamenti». Poi silenzio: «Adesso però io vivrò di ricordi». Come quando nel 2008 gli furono commissionate le divise per il Genoa Calcio: «Fu l'anno in cui Preziosi comprò Milito all'ultimo minuto del calciomercato. Dovetti lavorare tutta una notte per fare la divisa all'argentino: due giorni dopo il suo acquisto c'era già la foto ufficiale» ricorda Sofisti che, in fondo, di moda ancora si occuperà: l'associazione TerraUomo ha aperto dai primi di ottobre in via Gombito Cheap&chic&philanatropic, negozio dove acquistare a peso capi firmati in stock provenienti direttamente dagli Usa. Il ricavato per progetti che vanno a sostegno delle giovani generazioni.

Fabiana Tinaglia

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