Gaia Trussardi si racconta:
«Multitasking? La amo questa vita»

«Cosmopolita, curiosa, che ama la modernità, che è al passo con i tempi. Il mio lavoro è un viaggio tra ispirazioni e pensieri, per raccontare la parte più intima e profonda della donna». Questa la donna Trussardi secondo Gaia Trussardi. Che si racconta e rivela: «La amo questa vita».

A Milano prima, poi a Parigi, Gaia Trussardi si mette in gioco e in collaborazione con la rivista di moda «Elle» ha incontrato un gruppo di giovani donne. Un pomeriggio all’insegna di «Do you know Gaia?», progetto glamour per scoprire chi c’è dietro la collezione p/e del Levriero, da dove è partita Gaia per intraprendere «quello che è - così racconta il suo mood d’ispirazione - un viaggio immaginario tra le località di Saint Tropez, Biarritz e Beverly Hillls».

Un modo per mettersi nuovamente in gioco, in questo caso faccia a faccia con il cliente finale.

«È mia abitudine, amo mettermi in gioco, con la voglia di raccontarmi e raccontare attraverso i miei abiti lo stile Trussardi. La nostra immagine, in questi ultimi tempi, è cambiata, un’evoluzione che richiede tempo, che non è tout court e che mixa alla perfezione la storia e la tradizione del marchio, con un’impronta stilistica contemporanea, dinamica e giovane».

La collezione è cambiata. Qual è la nuova donna Trussardi?

«Cosmopolita, curiosa, che ama la modernità, che è al passo con i tempi. Il mio lavoro è un viaggio tra ispirazioni e pensieri, per raccontare la parte più intima e profonda della donna».

Cosa ti identifica di più?

«Il gusto di mettere insieme le cose, l’eleganza senza tempo di Trussardi e uno stile dall’ispirazione londinese. Come definirlo? Direi rock-chic, per uno stile fuori dai canoni, ma senza mai perdere in raffinatezza, spingendo sullo studio e la qualità dei materiale, ma con quel quid irriverente che arriva dalle mie esperienze londinesi».

A proposito di Londra, la musica ti manca?

«La musica è parte della mia vita, il suo soundtrack. Ho anche ripreso a comporre...».

È pronta una nuova band?

«No, no. Compongo solo per me, per il gusto di fare musica».

E quando lavori alle collezioni cosa ascolti?

«Resto in assoluto silenzio. La musica è da ascoltare, da respirare e vivere nella sua interezza. Solo sui set fotografici non manca mai. Ma quando disegno amo il silenzio».

Ti occupi anche delle musica dei video, delle campagne della maison e delle sfilate. Il tuo ruolo in azienda è decisamente multitasking.

«E anche molto faticoso, ma non rinuncerei mai a questa vita. Che mi piace da impazzire. Diciamo che dal creare abiti all’elaborare le campagne e ideare nuovi progetti , facendo anche da testimonial per il mio brand sono parecchio impegnata. Ma oramai tutto questo è una sorta di dipendenza, in senso positivo. E la “colpa”, sempre nella sua accezione positiva, la do al mio spirito bergamasco».

Ossia?

«Sono una tipa tosta, una lavoratrice instancabile. Molto bergamasca in questo senso: diciamo che devo mettere la testa e le mani in ogni cosa. Ho voglia di fare, di capire, di esprimermi: non funziono se non faccio cinque cose insieme...».

Anche in famiglia?

«Con i miei figli il tempo si ferma: quando sto con loro sono mamma a 360 gradi: mi dedico a loro, intensamente. Organizziamo attività, tante gite all’aria aperta. Cerco di stimolarli, di dargli la possibilità di scoprire sempre nuove cose».

E quando non ci sei?

«Sanno sempre come trovarmi e sono sempre pronta a rispondere alle loro domande. A sostenerli e a credere in loro».

Come vedi Trussardi tra tre anni?

«Coerente a oggi. ma anche in linea con i tempi che cambiano, per una donna curiosa, ricca di stimoli, attenta alla moda ma anche vogliosa di cambiare e provare nuovi istinti. Per mettersi in gioco».

In «Do you know Gaia?» una domanda è scontata: che rapporto hai con il tuo armadio?

«Mi piace molto avere a disposizione “capi intercambiabili”. Poche cose ma che posso mixare: un pantalone di pelle, un denim, un modello sartoriale dal taglio maschile. E poi bluse e camicie fluide, blazer e giacche di pelle. Da qui abbino e combino per le varie occasioni, creando look mutevoli».

E cosa c’è di Gaia nella donna Trussardi?

«Non mi sento la musa ispiratrice, non sono il modello anche se molti mi dicono che il mio modo di essere e di vivere racconta bene il marchio e la sua filosofia. Quando creo sono razionale, ho ben in mente il mercato e i suoi desideri e tendenze».

Cosa ti piace di più del tuo lavoro?

«Sicuramente la scelta dei tessuti e il momento in cui penso al total look che vado a creare. È la fase più creativa e più in sintonia con tutto quello che è poi la filosofia Trussardi».

Una volta hai detto di te stessa che sei determinata e idealista. Ma anche paranoica.

«Paranoica più a livello personale, perchè ho sempre il timore di essere fraintesa. E allora sono molto attenta a soppesare le parole».

Prudenza bergamasca?

«Possibile (ride). Ma sul lavoro sono determinata. E una grande idealista».

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