Sharon, da stagista a marketing manager per una multinazionale

Sharon Spinelli A 32 anni vive e lavora a Francoforte. Ora è a capo di un team di 10 persone per un gruppo leader nel settore vendita di piccoli elettrodomestici.

Schietta e disciplinata, come la lingua tedesca, e con tanta voglia di fare, come ogni buon bergamasco. Sharon Spinelli, 32 anni, originaria di Boltiere, nata a Bergamo da genitori entrambi bergamaschi doc, e residente a Francoforte sul Meno, in Germania, da ormai sette anni, potrebbe essere fotografata così: diretta, chiara e precisa.

«Attualmente - racconta - sono marketing manager Dach (responsabile d’area per il cluster Germania, Austria e Svizzera) per una multinazionale francese leader mondiale nel settore dei piccoli elettrodomestici (Groupe Seb Germany GmbH) e responsabile per i brand Moulinex, Rowenta, Tefal. «Ho un mio team da dirigere e sono la più giovane responsabile d’area nell’azienda dopo 20 anni. Se vi chiedete come ho fatto, la risposta è: tanto lavoro, tanta tenacia e soprattutto tanta voglia di fare, quella voglia di fare che contraddistingue noi bergamaschi e che porto con orgoglio fuori dall’Italia». Ma iniziamo dal principio.

«La verità - spiega - è che ho sempre amato la schiettezza e la disciplina tedesca. Sin dal liceo linguistico internazionale alla S.B. Capitanio (Bergamo), ho provato un particolare interesse per questa lingua, forse “dura” all’orecchio, ma così logica e rigorosa. Ricordo la prima lezione con la professoressa: in una classe di 24 ragazze, ero una delle pochissime, se non l’unica, che si innamorò da subito di questo idioma. Ho deciso quindi di approfondirlo direttamente all’università, intraprendendo il corso di Lingue straniere per le Relazioni internazionali all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano». Durante la triennale Sharon partecipa anche al programma Erasmus volando per sei mesi in Carinzia, a Klagenfurt (Austria). «Ma la mia voglia di crescere e apprendere nuove lingue continuava a crescere con me. Subito dopo la laurea triennale quindi non ho perso tempo e ho iniziato subito con la magistrale, sempre in Cattolica, questa volta in International management, un programma interamente in inglese e tedesco che mi avrebbe dato la possibilità di combinare la mia passione per le lingue a nozioni economiche».

Durante l’ultimo anno, grazie a una borsa di studio Sharon ha la possibilità di studiare per sei mesi negli Stati Uniti, precisamente a Washington D.C. «Un’esperienza incredibile, che porterò sempre nel cuore. E fu così che a 24 anni avevo già finito il mio percorso di studio (triennale + magistrale) ed ero elettrizzata all’idea di entrare nel mondo del lavoro. Da buona bergamasca mi piace pianificare e non aspettare che le cose semplicemente accadano per caso e già mesi prima della laurea mi sono informata per uno stage all’estero, più precisamente in Germania, dato il mio forte interesse per questo Paese. Ho cercato sui classici motori di ricerca stage, inviato parecchi Cv e dopo qualche settimana ecco una proposta da parte di un’azienda importante, Groupe Seb, dove ho iniziato come stagista in Marketing nel 2015».

Un’esperienza Sharon spera possa essere da stimolo per altri ragazzi che hanno voglia di smuovere qualcosa, ma che in Italia non hanno ancora trovato il giusto modo per farlo

All’inizio per Sharon adattarsi in un nuovo Paese, completamente sola, non è stato facile.«Ricordo ancora l’ultimo Natale a casa prima di partire con una piccola valigia e un biglietto di sola andata per Frankfurt. Ovviamente ero euforica, ma avevo anche paura: mille pensieri per la testa come “ce la farò?”. All’inizio non è stato facile: nonostante avessi un’ottima base di tedesco, un conto è studiare una lingua sui libri, un conto è “viverla”. Soprattutto nell’ambito del business, si parla una lingua specifica, con termini tecnici che io non conoscevo all’epoca. Ma come si dice: quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. E così mi sono rimboccata le maniche e ogni sera dopo 10 ore d’ufficio parlando principalmente tedesco, tornavo a casa e facevo ulteriori esercizi per migliorare il mio livello il prima possibile».

La tenacia bergamasca è stata l’arma in più per Sharon. «Dopo pochi mesi avevo già ingranato. All’inizio vivevo presso quella che in Germania si definisce “Gastfamilie”, una famiglia rappresentata da una cara nonnina, presso la quale avevo affittato una piccola stanza. Così ho trascorso il mio primo anno a Frankfurt, al termine del quale il mio stage era arrivato al capolinea, ma Groupe Seb mi ha subito offerto una posizione a tempo indeterminato nel settore Retail, dove ho cominciato come Marketing coordinator, responsabile per le campagne di apertura per i nostri outlet-center.

Chi avrebbe mai pensato che dopo soli sette anni, da piccola stagista italiana, sarei diventata responsabile d’area per la stessa azienda e che avrei avuto un team di persone con almeno dieci anni più di me?». Sharon, in qualità di Marketing manager, oggi è quindi responsabile di tutto ciò che riguarda la commercializzazione e comunicazione dei marchi da lei seguiti (Moulinex, Rowenta, Tefal), dalla pubblicità televisiva, al posizionamento di prodotto.

La cosa che mi rende più orgogliosa è che ce l’ho fatta da sola, in un Paese straniero, in un’azienda dove dal primo giorno ho parlato lingue diverse dalla mia

«La cosa che mi rende più orgogliosa è che ce l’ho fatta da sola, in un Paese straniero, in un’azienda dove dal primo giorno ho parlato lingue diverse dalla mia (tedesco principalmente, ma anche inglese e francese). La domanda che mi pongo spesso è: “Se fossi rimasta in Italia, avrei avuto lo stesso percorso lavorativo e le stesse possibilità?”. Difficile rispondere. Credo però fermamente che la Germania sia una Paese dove la meritocrazia è una costante presente e non solo una bella parola da pronunciare. Se un giovane è volenteroso, motivato, “in gamba” come si dice e lo dimostra ogni giorno, tutto questo non passa inosservato e il duro lavoro viene ripagato. Così è stato nel mio caso: con intervalli di massimo due anni, ho assunto in azienda Groupe Seb ruoli sempre più importanti in marketing e retail, fino all’ultima promozione, giunta all’inizio di quest’ anno».

Un’esperienza, la sua, che Sharon spera possa essere da stimolo per altri ragazzi che hanno voglia di smuovere qualcosa, ma che in Italia non hanno forse ancora trovato il giusto modo per farlo. «Senza la piena padronanza della lingua tedesca e inglese non avrei mai avuto la possibilità di assumere questo ruolo. Quindi ai giovani consiglio di imparare più lingue possibili. Io l’ho fatto e per questo ringrazierò sempre i miei genitori che mi hanno dato la possibilità di studiare, non solo sui libri, ma nei Paesi che ho sempre volute visitare, conoscere e vivere». E il futuro? «Mi sono sposata il 20 agosto con un ragazzo tedesco di nome Niklas e non potrei essere più felice attualmente. Se vorrò mai tornare in Italia, in particolare a Bergamo? Non è facile rispondere. Un giorno mi piacerebbe sicuramente. Amo Bergamo e qui ho ancora tutta la mia famiglia, che ritrovo spesso, quindi credo che prima o poi accadrà. Ma per ora, la Germania è casa - mein Zuhause (la mia casa)».

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