A Bergamo oltre 9000 infortuni sul lavoro
L’età più colpita: 43 anni - Infografica

Primato negativo delle malattie professionali e ancora allarme per gli infortuni sul lavoro. I dati del 2018 elaborati da L’Eco di Bergamo.

Quattordici morti sul lavoro dall’inizio dell’anno, il primato lombardo per malattie professionali, l’allarme infortuni che non si placa. La provincia di Bergamo nelle prime posizioni, ma non è un bene. Preoccupano i dati che raccontano i rischi, a volte fatali, a cui sono esposti ogni giorno i lavoratori bergamaschi. Anmil li ha presentati nel corso della 68giornata nazionale per le vittime di incidenti sul lavoro e malattie professionali. Grazie agli open data pubblicati ogni mese da Inail L’Eco di Bergamo è riuscito a evidenziare i casi più rischiosi. Nel 2018 la settimana in cui sono avvenuti più infortuni è quella tra il 21 e il 27 maggio. L’età più colpita è 43 anni con 474 casi. Nell’infografica sono evidenziate tutte le età, anche i bambini, perché l’Inail riceve le segnalazioni di infortuni avvenuti anche a scuola.

INFOGRAFICA

Come si può leggere su L’Eco di lunedì mattina in un approfondimento di Alessandra Loche, complessivamente gli infortuni tra gennaio e agosto di quest’anno a Bergamo sono stati 9.089, in calo del 3,2% rispetto allo stesso periodo del 2017 (9.395). Una riduzione maggiore di quella nazionale (-0,6%) e in controtendenza rispetto al dato regionale dove c’è stato un aumento dello 0,4% (da 77.644 del 2017 a 78.031). Per numero di infortuni totali, in Lombardia Bergamo è al terzo posto, seguendo solo Milano (26.161 nell’anno in corso, in aumento dello 0,5) e Brescia (10.904, aumento del 6,5).

Il presidente territoriale Anmil di Bergamo, Luigi Feliciani, rimarca: «La salute e la sicurezza sul lavoro devono essere una priorità», evidenziando come a livello nazionale gli infortuni giovanili abbiano registrato un aumento «dal 26,2% del 2015 al 26,7% del 2017». Feliciani ha evidenziato la necessità «di percorsi formativi ben strutturati, rivolti sia ai lavoratori che ai giovani studenti».

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