Addio a Battista Leidi, il «barba d’oro»
Da elettricista a re dei formaggi di capra

Nella sua fattoria impartiva lezioni a scolaresche e appassionati da tutta Italia
In cinquant’anni di attività oltre 500 riconoscimenti.

Era considerato il re italiano dei formaggi caprini. Con oltre 500 riconoscimenti conquistati in giro per l’Italia ai più prestigiosi concorsi nazionali.

Da Pandino a Luino, da Morbegno a Castegnato, non c’è manifestazione a cui il casaro non avesse trionfato. Conosciuto da tutti per la sua (quasi) imbattibilità e la sua inconfondibile lunga barba. Con segreti che il mastro casaro non ha mai voluto rivelare, nemmeno ai suoi allievi più stretti.


Una barba, un’icona

Battista Leidi, il casaro di via Clanezzo ad Almenno San Salvatore, se n’è andato nella notte tra domenica e ieri, all’età di 81 anni, dopo lunga malattia. Da qualche tempo, per la difficoltà di salire le scale, si era trasferito in un alloggio vicino alla casa di riposo Opera Pia Rota di Almenno San Salvatore. Ma il suo «regno» e quello della moglie Maria Gamba (a cui era intitolata l’azienda agricola), è stata per decenni la casa-fattoria di via Clanezzo, alla confluenza di Brembo e Imagna. Qui allevava una cinquantina di capre di razza Saaneen, produceva i suoi strepitosi formaggi (stagionati, freschi, croste fiorite, formagelle, polentine, tronchetti e piramidi varie) e impartiva lezioni ad allievi casari, scolaresche e visitatori che arrivavano anche dall’estero. Conosciutissimo nella nostra provincia ma anche fuori, tanto che gli organizzatori del concorso nazionale «Franciacorta in bianco» di Castegnato, nel Bresciano, ebbero a dire che «senza Battista la loro manifestazione non era più la stessa». Tanto che il suo volto per anni è stato il simbolo dell’evento caseario, immortalato nelle locandine.

Un vero maestro

E quando c’era lui i concorrenti sardi e siciliani, suoi agguerriti «avversari», erano avvisati: sconfiggere il «barba» bergamasco sarebbe stata un’impresa. Tantissime le edizioni vinte da Battista, senza che nessuno riuscisse a scalzarne il primato. Da circa un anno, a causa della malattia e delle difficoltà di movimento, non allevava più animali e non produceva più formaggi, ma per decenni è stato il re incontrastato del settore. Eppure, lui, ex elettricista, aveva iniziato quasi per caso, ormai mezzo secolo fa, quando nel nord Italia pochissimi lavoravano il latte di capra, e nella Bergamasca forse è stato il primo. Presto, però, il casaro è diventato, per tantissimi, il maestro. Tra gli allievi l’attuale sindaco di Dossena Fabio Bonzi, che negli ultimi anni era riuscito anche a superare il maestro, vincendo alcuni concorsi a Castegnato, il premio nazionale più ambito. «Mi hai insegnato tutto, è stato un maestro sia per quanto riguarda il mio lavoro, ma anche per la mia vita. Indimenticabili rimangono le manifestazioni fatte insieme dove andavamo a fare formaggi, o la fiera di Castegnato, ma anche le grandi discussioni sulla politica, visto che non la pensavamo allo stesso modo». Ultima allieva è stata Federica Cornolti di Ponteranica.

«Per me come un nonno»

«A lui devo tantissimo di quanto ho imparato – ricorda la giovane Federica –. I primi giorni di lezione ero molto titubante. Lui era severo, ma poi è diventato come mio nonno, e mi ci sono affezionata, anche dopo che si è ammalato e non aveva più alcuna attività. Per tutti è stato il maestro indiscusso, sapeva insegnare come pochi, ci diceva tutto. Solo un segreto si è portato con sé: quello della “Formagella del ponte”, con cui vinse titoli prestigiosi. Quella se l’è tenuta nascosta, dietro la sua folta barba d’oro».

Famigliari, parenti, amici e allievi daranno l’ultimo saluto a Battista ai funerali di domani alle 10 nella chiesa parrocchiale di Almenno San Salvatore. La camera ardente è allestita all’Opera Pia Rota, la casa di riposo di Almenno San Salvatore.

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