Addio all’alpino Consonni
«Ovunque ci fosse bisogno»

Aveva 82 anni, si è spento a Vimercate dove era ricoverato. Losapio: perdiamo un uomo generoso, sempre in prima linea.

L’ultima missione, gli alpini di Bergamo, la stanno compiendo anche per lui. C’è tanto di Valter Consonni nel nuovo Ospedale da campo dell’Ana che sta sorgendo in Fiera; lui che non è mai mancato ad alcuna missione della struttura che aveva addirittura contribuito a fondare nella prima metà degli anni Ottanta, si è spento nella tarda serata di martedì all’ospedale di Vimercate, dov’era ricoverato da qualche giorno. Positivo al coronavirus, era stato portato da Bergamo per mancanza di posti letto.

Valter Consonni aveva 82 anni; alpino della Brigata Orobica, ha speso tutta la vita tra il suo lavoro in ospedale e il volontariato, per cui aveva una vera e propria vocazione.Tra i primi, quasi 40 anni fa, a credere nel progetto dell’Ospedale da campo dell’Associazione Nazionale Alpini, Consonni è sempre stato in prima linea, quando la struttura si è trasferita in Italia e all’estero per soccorrere le vittime di guerre, terremoti e alluvioni. «È stato un grande alpino, un esploratore, amante dei boschi e della montagna, sempre pronto a partire dalla nostra base di Orio al Serio, quando c’era un’emergenza». A ricordarlo con la voce rotta dall’emozione è Lucio Losapio, il fondatore dell’ospedale da campo, che insieme Valter Consonni ha condiviso tanti anni di lavoro. Un’idea, quella dell’ospedale dell’Ana, nata nel 1976 dopo il terremoto del Friuli e subito sposata dal ministro Giuseppe Zamberletti, a cui si deve la nascita del Dipartimento di Protezione Civile. «Insieme a Valter siamo stati dappertutto, dalla Val Brembana all’Armenia, alla Valtellina, ovunque ci fosse bisogno di noi. Ci lascia un ricordo immenso della sua bontà, dei suoi brontolii – racconta Losapio, medico chirurgo, per anni primario dell’Unità operativa Maxillo facciale degli Ospedali Riuniti – Era sempre indaffarato, attivo. E soprattutto era un carissimo amico, un uomo generoso. Per questo il mio dispiacere è enorme».

Tappezziere di professione, Valter Consonni fu assunto dall’ospedale come magazziniere e negli anni ricoprì molti incarichi. Fu proprio ai Riuniti che nacque l’amicizia con Lucio Losapio, che ora ricorda: «Ogni anno, in questo periodo, andava nei boschi a prendermi i loertis, dei germogli selvatici simili agli asparagi. Sapendo che mi piacciono tanto, li andava a raccogliere per me, durante le sue tante camminate nei boschi. Lo chiamavo Roccia – prosegue – perché era un duro: anche a 80 anni continuava ad andare in montagna, in una baita costruita con gli amici». All’ospedale di Bergamo ha continuato a lavorare fino alla pensione, ma la sua attività di volontariato è proseguita anche dopo. Valter Consonni viveva a Bergamo. Lascia la moglie Silvana e le figlie Roberta e Barbara.

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