Aeroporti, è giro di vite sui voli
Rebus limitazioni, decolla la confusione

Auto-isolamento per chi va in Gran Bretagna e arriva dal Nord Italia. Gli operatori chiedono chiarimenti. Brasile, Croazia e Lituania si «limitano» a controlli sanitari. I consigli di Enac.

La situazione è moderatamente fuori controllo. Il rapido (rapidissimo) dilagare del coronavirus in uno dei pochi Paesi che ha bloccato i voli diretti da e per la Cina e introdotto controlli della temperatura ai passeggeri in arrivo con voli internazionali (Schengen compresi) sta mandando un attimo in tilt i partner europei.

L’Enac «alla luce dell’aumento del numero dei Paesi che negli ultimi giorni hanno disposto prescrizioni di ingresso nei propri territori ai passeggeri provenienti dall’Italia, consiglia a coloro che stanno per intraprendere un viaggio aereo di consultare preventivamente i siti: Viaggiare Sicuri dell’Unità di Crisi della Farnesina e Ministero della Salute-sezione dedicata al nuovo coronavirus Covid19». Enac, inoltre, «invita i passeggeri a contattare la compagnia aerea di riferimento per verificare l’effettiva operatività del proprio volo». Un attimo di ordine in una giornata a tratti isterica, dove si sono succedute limitazioni di diversi Paesi, europei e non, talune decisamente approssimative e tali da rendere necessario un intervento di Assaeroporti al ministero.

Nel mirino soprattutto la Gran Bretagna, che ha imposto «l’auto-isolamento» per 14 giorni a scopo precauzionale a tutti coloro che arrivano dal Nord Italia (a nord di Pisa, Firenze e Rimini) e presentino sintomi «anche leggeri» d’un potenziale contagio da coronavirus. E la quarantena obbligata anche senza sintomi di sorta, per lo stesso periodo di tempo, per tutti coloro che arrivino dai paesi della Lombardia e del Veneto isolati su decisione del governo italiano. Le società di gestione aeroportuale hanno chiesto immediatamente lumi al ministero (e questo di riflesso all’ambasciata inglese) soprattutto in merito alla quantificazione dei «sintomi anche leggeri», assolutamente indefinita e in grado di mandare potenzialmente in tilt il sistema. Tra le altre cose il mercato inglese rappresenta per tutti gli aeroporti europei (quindi anche quelli italiani) un riferimento assolutamente fondamentale: un crollo dell’utenza potrebbe avere ripercussioni imprevedibili.

Da Orio operano voli per tre scali di Londra (Stansted, Gatwick e Southend), Manchester, Bristol, East Midland, Edimburgo e Belfast. Un mercato-chiave per lo scalo, che in questi giorni ha registrato una flessione di passeggeri frutto soprattutto dell’annullamento delle gite-studio ma anche di molti turisti che hanno rinunciato al viaggio in Italia. E tra questi ultimi pare che gli inglesi siano in testa: martedì 25 febbraio si sono registrati diversi vuoti nei voli dal Regno Unito. Ma anche altri Paesi, europei e non, stanno introducendo limitazioni ai voli dall’Italia. Dopo la disavventura dei turisti lombardo-veneti rispediti a casa dalle Mauritius, Kuwait, Seychelles e Giordania hanno vietato l’ingresso a chi è stato in Italia nelle ultime due settimane. Per i voli da Orio alle giordane Amman e Aquaba, Ryanair ha già annunciato la sospensione dal 12 al 31 marzo e fino a quando non otterrà rassicurazioni sulla revoca del divieto per i passeggeri italiani.

Brasile, Croazia e Lituania si «limitano» a controlli sanitari a chi provenga dall’Italia, così come Israele per chi presenti sintomi compatibili con il virus. Bulgaria, Montenegro, Lettonia, Argentina e a breve pare anche la Polonia si limitano invece a far compilare un questionario. Sudafrica, Ucraina, Moldavia ed Egitto provano la febbre ai passeggeri in arrivo con voli dall’Italia, mentre Samoa (ma qui siamo davvero agli antipodi) chiede un certificato medico di massimo tre giorni. La Romania, come ormai noto, ha disposto una quarantena per chi arrivi da Lombardia e Veneto, mentre Grecia, Irlanda e Croazia hanno suggerito di evitare viaggi in Italia.

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