Atterraggio d’emergenza nei campi
A Urgnano plana una mongolfiera

Alla Basella: il pallone aerostatico costretto a scendere per la nebbia troppo fitta. A bordo otto austriaci, tutti illesi e poi ripartiti per tornare a casa: avvistati anche sopra le Orobie.

La nebbia era troppo fitta e così, per otto turisti austriaci (tre donne e cinque uomini) che stavano solcando i cieli nel Nord Italia nel cesto di una mongolfiera, è stato necessario compiere un atterraggio di emergenza.

Una manovra compiuta sotto gli occhi incuriositi, ma anche un po’ spaventati, di diversi residenti e passanti, che si sono trovati a poca distanza dai balconi di casa il gigantesco pallone bianco-grigio, con stampato il marchio di un famoso brand di scarpe e borse. L’epilogo di questa (certamente originale) gita domenicale si è consumato domenica 29 dicembre alla frazione Basella di Urgnano, in mezzo a un grande prato all’angolo tra la via Don Fadini e la via Alle Cascine. Illesi gli otto occupanti del pallone aerostatico, tra i 35 e i 60 anni, che dopo l’atterraggio hanno aspettato l’arrivo di un furgone con agganciato un piccolo rimorchio, su cui hanno caricato il mezzo di trasporto per raggiungere una nuova area da cui ripartire.

Da quanto è stato possibile capire, la compagnia stava viaggiando «in tandem» con un altro gruppo, quest’ultimo a bordo di una seconda mongolfiera che è stata vista anch’essa atterrare a mezzo chilometro di distanza: quest’ultima in un campo in località Capannelle di Zanica.

La mongolfiera era partita domenica mattina dall’Austria ma, arrivata sopra le campagne della pianura bergamasca, il pilota avrebbe riscontrato problemi di visibilità causati dalla presenza di banchi di nebbia. In questi casi, che gli addetti ai lavori definiscono abbastanza comuni, bisognerebbe aumentare l’altezza del volo per superare la linea di foschia. Ma la manovra, nel caso di domenica, non era fattibile a causa della vicina presenza dell’aeroporto di Orio al Serio, le cui regole di sicurezza impediscono di elevarsi oltre una certa soglia. Da qui, la decisione di procedere con un atterraggio di emergenza, che non è passato certo inosservato.

Tra i primi ad accorrere un imprenditore agricolo che abita a 300 metri di distanza, Paolo Campana, promotore del Gruppo Agricoltori Amici della Basella e del Club Amici 500 Bergamo Pianura. «Mi sono accorto della presenza della mongolfiera quando era appena arrivata a terra – racconta – e confesso che all’inizio ho temuto fosse successo un incidente: il telo, guardandolo da casa mia, sembrava si fosse impigliato tra i rami degli alberi. Così li ho raggiunti ma, fortunatamente, li ho trovati tutti e otto tranquilli. La mongolfiera era gonfia per tre quarti e gli occupanti stavano già iniziando ad arrotolarla». Nessuno di loro parlava italiano ma hanno comunque fatto capire ai soccorritori che la situazione era sotto controllo e che non sarebbe stato necessario avvertire nessuno.

Il «contrattempo» non ha impedito alle due comitive di ripartire da un luogo più sicuro e di proseguire la gita nei cieli orobici. Domenica pomeriggio, infatti, entrambe le mongolfiere sono state viste per diversi minuti solcare le vette di Valbondione. Dopo essere «sbucate» all’altezza del rifugio Curò (e quindi aver attraversato perpendicolarmente la confinante Valtellina) hanno solcato i cieli dell’alta Val Seriana per diversi minuti prima di scomparire in direzione sud. La temperatura minima segnata ai 3.050 metri del Pizzo Coca era di 10 gradi sottozero.

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