Autostrada Bergamo-Treviglio
Sala: «Basta con gli scontri»

Per il momento la Bergamo-Treviglio non c’è ancora, in compenso i soci di Autostrade Bergamasche hanno fatto qualche sbandata di troppo. Anche per questo il presidente Antonio Sala invita tutti all’unità.

Il presidente Gianfranco Gafforelli, è stato chiaro: la Provincia che vi ha sempre appoggiato sta con chi garantisce la realizzazione dell’autostrada. In sintesi, basta guerre e maggioranza solida.

«Siamo d’accordo. E dal 2016 ad oggi la nostra compagine azionaria ha fatto rinascere una società che era in una situazione di stallo, se non morta. Abbiamo fatti passi da gigante e in momenti difficili: ora siamo pronti a partire con la progettazione definitiva ed esecutiva».

Ok, ma tra il fronte, come dire, bergamasco e quello di Autostrade Lombarde continuano a volare gli stracci...
«Il nostro progetto ha raccolto consenso sul territorio perché ha un impatto minore rispetto ad altre autostrade, costi e tariffe minori. Ci siamo presi le nostre responsabilità rispetto ad altre opere che hanno avuto supporti o garanzie regionali...».
Un attimo, voi avrete 130 milioni di euro dalla Regione.

«Non sulla sostenibilità dell’opera, ma dettati dalla volontà di mantenere basse le tariffe, come richiesto dal territorio».

Ma le tensioni interne come intendete risolverle?

«Col dialogo innanzitutto e il riconoscimento, secondo me importante, di chi fino ad oggi ha fatto investimenti e creduto nell’opera. È evidente che ci sono esigenze diverse tra tutti i soci e io come presidente intendo fare sintesi, trovare un giusto dialogo e accordo. Qui ci sono in ballo le esigenze del territorio bergamasco, come confermato dall’appoggio di Ance, Confindustria e Camera di Commercio».

Sintesi brutale: il socio costruttore Vitali la costruisce e quello gestore, Autostrade Lombarde, la gestisce?

«È evidente che all’interno della compagine azionaria ci siano vocazioni diverse: fermo restando che nella realizzazione dell’opera l’intenzione è aprire il più possibile ai soggetti del territorio, è chiaro che abbiamo anche realtà capaci di gestire la concessione che verrà assegnata dalla Regione».

Non teme che questa conflittualità a tratti feroce possa raffreddare l’interesse dei fondi internazionali?

«Al momento quello che abbiamo interpellato (Macquarie - ndr) ha formalmente aderito al finanziamento dell’opera: è forte, solido e intenzionato a proseguire. Da parte mia c’è la massima volontà di trovare la giusta convergenza tra gli azionisti di Autostrade Bergamasche per realizzare insieme l’opera».

Niente resa dei conti, quindi?

«Ma no, vogliamo andare avanti uniti, anche perché gli screzi non fanno bene all’opera e nemmeno al territorio, che ne ha un gran bisogno. Basta litigare e facciamo l’opera: diamo fiducia a chi finora ha portato i risultati e concertiamo insieme alla Provincia - che sta facendo un grande lavoro con i comuni - il miglior assetto. Ma facciamolo con tutti i soci, e sottolineo tutti: suddividiamo i ruoli secondo attitudini e specializzazioni ma basta con gli screzi a colpi di maggioranza. Qui il risultato va portato a casa tutti insieme».

Quindi quando si concluderà questa famosa assemblea sospesa al primo punto da inizio novembre?

«Il primo punto, quello del bilancio 2019, è chiuso: ora definiremo il tutto nei tempi e modi che ci verranno indicati da chi sta trattando la vicenda dal punto di vista legale e tecnico. A breve, sicuramente, ma sempre con uno spirito di massima collaborazione: se vogliamo realizzare l’opera, e noi lo vogliamo, serve la massima intesa tra tutti e la necessaria pace prima. Siamo assolutamente d’accordo con la condivisione d’intenti auspicata dalla Provincia».

Tre date per inquadrare l’opera?

«A primavera 2021 il bando di gara regionale, immaginiamo, poi un lungo iter procedurale per la concessione: a fine 2022 il via ai lavori e opera terminata per il 2025». Ma solo e se sarà pace vera.

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