Bergamo, tornano i centri estivi
ma sono tante le incognite

Come sarà l’estate di bambini e ragazzi? Il Comune di Bergamo ha iniziato a progettare le attività estive lanciando un bando per la manifestazione di interesse rivolto ad associazioni, società sportive dilettantistiche, agenzie che svolgono attività educativa in campo culturale; organizzazioni del terzo settore; enti riconosciuti dalle confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese.

«La scadenza è prevista per il 25 maggio – spiega l’assessore Loredana Poli – e nel pomeriggio di lunedì già verificheremo quali saranno i soggetti disponibili a partecipare alla coprogettazione e alla cogestione di un Patto educativo di territorio. Il nostro obiettivo è non solo organizzare attività estive per la fascia tra i 3 e 14 anni, ma promuovere un gruppo di soggetti che possano dare alle scuole la possibilità di allargare l’offerta formativa durante il prossimo anno scolastico. Mancano indicazioni, ma sarà necessario moltiplicare gli spazi e cambiare modelli organizzativi. Con coloro che parteciperanno, costruiremo il “manifesto educativo” dove formalizzeremo i punti etici e pedagogici a fondamento del Patto stesso».

Il ruolo del Comune «è quello di coordinare le attività e i soggetti che partecipano, impegnandosi a mettere a disposizione gli spazi delle scuole, dei giardini, degli impianti sportivi. Come saranno svolte le attività, dove e chi le gestirà sarà quanto organizzeremo dopo il 25». La data fissata dal governo per l’avvio dei Centri estivi è il 15 giugno, ma l’ultima parola spetterà alle Regioni: «Abbiamo sottoposto diversi interrogativi alla Regione, ma ancora nessuna risposta. Se arrivassimo a quella data senza certezze, rimanderemo l’avvio dei Cre. Non possiamo partire male».

A sostegno dei progetti le risorse paiono esserci, anche se non si sa in che misura e quando arriveranno ai Comuni. «Il Decreto Rilancio – illustra l’assessora - prevede 150 milioni per i Comuni; il ministero della Famiglia ha garantito altri 35 milioni, non sappiamo se ai Comuni o alle famiglie come bonus; infine il bonus baby sitter potrà essere usato per pagare le attività estive. I costi saranno più elevati, non tanto per le forniture di dispositivi, ma per il diverso rapporto tra educatori e bambini. Il mio assessorato si impegna a stanziare maggiori risorse e a reperirne con donazioni private per il contenimento delle quote di iscrizione a carico delle famiglie, prevedendo fasce di gratuità per situazioni particolari».

Le iscrizioni in città quest’anno potrebbero essere più basse dello scorso anno (1.300 per i Cre comunali e 3.000 in quelli della Diocesi): «Alcuni genitori per diversi motivi saranno a casa – chiarisce Poli –, altri hanno qualche timore. A breve sottoporremo alle famiglie un questionario per raccoglierne i bisogni».

Tra le questioni più delicate, la gestione della mensa e la responsabilità civile e penale che grava su chi gestisce le attività. «È una questione su cui ci si sta confrontando anche come Anci regionale, di cui sono presidente per il dipartimento Istruzione – dice Poli –. Avremo un incontro con la prefettura di Milano, Regione Lombardia, scuole paritarie, oratori per arrivare a chiarimenti e magari ad un protocollo».

I Cre della Diocesi sono quelli che raccolgono ogni estate il maggior numero di bambini e ragazzi, nel capoluogo come nei paesi della provincia: «Gli oratori stanno leggendo il bisogno delle famiglie – spiega don Emanuele Poletti, direttore dell’Ufficio per la pastorale dell’età evolutiva –. Bambini e ragazzi avranno fra poco tempo libero che è bene impegnare. Come ha detto il nostro vescovo Francesco la Chiesa sarà al servizio. Per noi non è solo di una questione organizzativa, ma di offrire una buona proposta educativa. Con le diocesi lombarde stiamo preparando sussidi su tematiche che possano aiutare i ragazzi a tornare in contatto in maniera positiva con i luoghi della città da riscoprire per le dimensioni che evocano».

© RIPRODUZIONE RISERVATA