Buste paga, il bonus sale da 80 a 100 euro
Ne beneficeranno 300 mila bergamaschi

Da luglio il taglio del cuneo fiscale porterà contributi ai cittadini con reddito entro i 40 mila euro. Misiani: «Primo passo di una riforma organica. È necessario intervenire anche sulla parte in carico alle aziende».

Buste paga più consistenti. A beneficiarne dal primo luglio sono oltre 300 mila lavoratori bergamaschi, grazie al taglio del cuneo fiscale. In sintesi: il vecchio bonus da 80 euro diventa da 100 euro, e a percepirlo – in maniera progressiva – è ora una platea più larga.

Sono gli effetti della legge di bilancio del 2019, che aveva previsto una rimodulazione (in positivo) dei bonus legati all’Irpef che ha reso più sostanzioso il beneficio per i lavoratori dipendenti (o assimilati) con redditi da 8.000 a 26.600 mila euro l’anno (il vecchio bonus da 80 euro, introdotto dal governo Renzi, sale a 100 euro) e lo introduce (tra i 100 e gli 80 euro) anche per i «colleghi» con redditi dai 26.600 ai 40 mila euro l’anno (che prima erano esclusi). «Il taglio del cuneo fiscale a totale vantaggio dei lavoratori per 3 miliardi di euro nel 2020 e 5 miliardi a decorrere dal 2021 è stato fortemente voluto dal Pd. Con questa misura, operativa dal 1° luglio, estendiamo la platea e potenziamo il bonus 80 euro, che aumenta fino a 100 euro mensili. È il primo, importante passo verso una più organica riforma dell’Irpef – sottolinea Antonio Misani, viceministro dell’Economia ed esponente bergamasco dem -. Come il presidente Conte ha annunciato al Parlamento, il governo è al lavoro per rendere strutturale questo intervento. Personalmente, credo che sia necessario intervenire anche sulla parte a carico delle aziende. Nella fase di emergenza abbiamo deciso di estendere a tutte le imprese l’accesso agli ammortizzatori sociali. Ora bisogna fare in modo che tutti i lavoratori in cassa vengano riassorbiti. Incentivi che riducano il costo del lavoro possono aiutare ad accelerare questo processo, salvaguardando l’occupazione in una fase economica molto difficile come quella che stiamo attraversando».

Le stime in Bergamasca vanno a coprire una platea ampia. Basandosi sulle dichiarazioni presentate nell’anno 2018, a beneficiare del (nuovo) bonus Irpef saranno 232.530 lavoratori con reddito fino a 26.600 euro, mentre l’allargamento si nota alzando l’asticella: saranno 19.897 i bergamaschi con redditi tra i 26.600 e i 28.000 che godranno di una busta paga più cospicua (17.255 persone in più rispetto al vecchio regime di bonus); ampliamento pressoché totale per i lavoratori con reddito tra 28 e 35 mila euro, in totale 59.570 in Bergamasca; platea totalmente nuova quella dei lavoratori con redditi tra i 35 e i 40 mila euro, che si traducono in 20.909 persone che otterranno un bonus di cui prima non godevano. In sintesi: in Bergamasca i beneficiari del bonus Irpef aumenteranno del 41,5%, passando appunto da 235.202 a 332.906.

Un provvedimento pensato in tempi pre-Covid che torna ancora più utile ora nel pieno delle conseguenze economiche dell’emergenza sanitaria, perché le buste paga avranno un peso maggiore. Per chi guadagna tra gli 8 mila e i 24.600 euro, il bonus passa appunto da 80 a 100 euro al mese; la fascia di reddito 24.600-26.600 euro, che oggi percepisce in maniera decrescente il bonus da 80 euro (con «frazione» minima di 20 euro), arriverà a 100 euro pieni per tutti, quindi sino a 1.200 euro l’anno. Per i lavoratori dipendenti con reddito complessivo tra i 28 e i 35 mila euro, gli aumenti nello stipendio saranno tra i 960 e i 1.200 euro netti l’anno. Tra i 35 e i 40 mila euro, infine, il bonus potrà essere al massimo di 960 euro netti l’anno (cifra che va a scalare, azzerandosi alla soglia dei 40 mila euro). Numeri importanti anche per la Lombardia intera: i nuovi beneficiari del bonus sono 860.462 lavoratori con reddito superiore a 26.600 mila euro, che si aggiungono ai circa 2 milioni che già percepivano il bonus da 80 euro (che passa appunto a 100 euro).

Per Davide Casati, segretario provinciale del Partito democratico bergamasco, «in un anno difficile come questo, l’aumento dello stipendio netto è un primo passo nella giusta direzione; dopo l’emergenza è tempo di ripartire, e per farlo è fondamentale ridurre le tasse, intervenendo sulle fasce di reddito medio basso con misure strutturali come questa, che garantiscano un sostegno nel tempo».

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