Cassano e Covo tra sport, verde e relax
Le ex cave ora sono le oasi per l’estate

Nuova vita per i siti estrattivi a Cassano e Covo: laghetti e spiagge attrezzate offrono opportunità di svago nel rispetto delle norme.

Sono state chiamate Oasi Santa Barbara e Oasi Olimpia. E il nome oasi non è certo fuori luogo. Basta visitarle per capire come la natura sia stata in grado di riappropriarsi di quelle che un tempo a Covo e a Cassano d’Adda, al confine con il parco del Roccolo di Treviglio, erano delle ex cave di prestito per la costruzione di grandi infrastrutture (in primis l’autostrada Brebemi). Ora, dopo essere state cedute ai rispettivi Comuni, sono diventati dei laghetti circondati da una natura cresciuta indisturbata. Ma non è tutto. Sono state infatti attrezzate per dare alla popolazione del territorio delle possibilità di svago e divertimento.

Una risorsa che quest’anno, causa difficoltà a muoversi per le limitazioni legate all’emergenza coronavirus, sarà ancora più gradita. Nei giorni scorsi ha aperto per la prima volta al pubblico l’Oasi Olimpia sviluppata sull’ex cava di prestito di Cassano: una superficie di 240 mila metri quadri. Qui Aldo Schiesaro, 44 anni, residente a Madone e Angelo Bravi, 55 anni di Bottanuco, hanno dato via a quello che era un loro sogno: «Da piccolo l’unica cosa che disegnavo era un laghetto con i pesci» scherza Aldo che poi ha fatto sul serio. Con esperti del settore sta popolando di pesci autoctoni il lago della ex cava riempito solo dall’acqua proveniente dalla falda sotterranea. In una parte del grande parco verde circostante ha ricavato le attività ricettive che, dal punto di vista economico, devono sostenere tutto il progetto di riqualificazione. Perché se da un lato per i prossimi 15 anni ne ha ottenuto dal Comune la gestione a fronte di un affitto simbolico di 1000 euro all’anno, dall’altro si deve occupare della cura e manutenzione di tutto l’ex sito di estrazione. Ci sono chiosco, area picnic, area cani, 1000 metri quadri per guerra simulata, un molo con barche trasparenti che permettono di vedere il fondale oltre a due anelli, uno pedonale e uno ciclabile, di più di 2 chilometri che girano intorno al lago.

«Nella sola giornata di domenica - rivela Aldo - abbiamo fatto 150 tessere, unico requisito che chiediamo per entrare. La gente sente sempre più il bisogno di ritrovare il suo spazio in mezzo a una natura incontaminata». E c’è di più. Il nome «Oasi Olimpia» è stato scelto perché al suo interno saranno organizzati anche corsi per lo sviluppo di discipline sportive ispirate all’antica Grecia oltre che spettacoli ed eventi a tema. A Covo invece, nell’ Oasi Santa Barbara che si estende su una superficie di 250 mila metri quadri, si è aperta la terza stagione di «wakeboard» la disciplina sportiva su cui punta Filippo Livraghi, 39 anni di Soncino (Cremona) che dal 2018 ha in gestione dal Comune l’ex cava (anche qui a fronte di un affitto annuale simbolico di poco meno di mille euro c’è l’obbligo della manutenzione del posto per 20 anni). in pratica si solca il lago della ex cava su una monotavola trainata da un cavo collegato a dei tralicci. «Questo posto è un paradiso - afferma il gestore - chi c’è stato dice sempre che non gli sembra vero di trovarsi nella pianura bergamasca».

All’Oasi Santa Barbara si può praticare anche il sup (su una specie di tavola da surf ci si sposta remando con una pagaia). Sono poi a disposizione spiagge e campi da beach volley: «Non è facile - sostiene il trentanovenne - portare avanti tutto visto che il wakeboard non è ancora uno sport popolare. Ma sono contento della scelta fatta e non tornerei indietro».

E nemmeno il territorio può tornare indietro. I Comuni non hanno potuto opporsi alle cave di prestito, trattandosi di siti legati alla costruzione delle grandi infrastrutture. Come condizione, però, avevano posto che una volta esaurite le cave diventassero comunali, per scongiurare altre forme di riutilizzo. Magari come discariche. E oggi le buche della pianura sono diventate delle oasi per il tempo libero.

© RIPRODUZIONE RISERVATA