«Ciao Giorgia, anima dolce e bellissima»
Ad Arzago l’addio alla giovane mamma

Grande folla e grande emozione per l’ultimo saluto a Giorgia Saulea, 30 anni, morta sabato 18 gennaio all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo a causa di una grave malattia, scoperta solo il 10 ottobre, tre mesi fa.

Parenti, amici, tutta la comunità di Arzago ha voluto stringersi attorno al marito Michele Liuzzi, 38 anni, e al figlio di 2 anni che alle esequie, nella parrocchiale del paese, è stato sempre in braccio al papà, insieme, davanti al feretro bianco della giovane mamma.

Commuoventi le parole di don Tonino Bini che ha celebrato le esequie, martedì 21 gennaio, amico di Giorgia e Michele: «Negli ultimi tre mesi abbiamo pregato insieme - ha detto il sacerdote -. Dio non ci ha ascoltato? No, non è vero: ora Giorgia sta vivendo il valore delle preghiere, più vicina a Dio, sempre accanto a noi».

Anche il marito Michele ha raccontato i mesi di malattia e la fede, intensa e piena di amore, di Giorgia: «Abbiamo voluto condividere il nostro dolore con tutti voi, per non essere soli e la vostra vicinanza ci ha sostenuti e ci ha dato forza - ha detto -. Abbiamo sperato in un miracolo, ma ci siamo accorti che il miracolo era già attorno a noi: era la fede di Giorgia, che ci ha permesso di essere uniti e di rivedere unirsi nella fede e nell’amore tante persone che si erano allontanate».

A prendere la parola anche alcuni rappresentanti e amici i Giorgia, del coro della Parrocchiale di Arzago di cui faceva parte anche la giovane mamma: «Giorgia era dolce - hanno raccontato -, lieve come la neve che cade piano, un’anima bellissima, fragile ma che ha combattuto fino all’ultimo».

La storia di Giorgia e Michele ha commosso molte persone, e non solo di Arzago ma di tutta Italia. Grazie anche a Facebook sul quale il trentottenne aveva lanciato, poco dopo aver scoperto della terribile malattia della giovane moglie, una raccolta fondi che gli permettesse di stare accanto il più possibile a Giorgia e, se ce ne fosse stato il bisogno, anche a portarla fuori dall’Italia per cure alternative.

«Nel caso in cui tutti questi fondi non dovessero servire perché Giorgia migliorerà – scriveva – allora verranno restituiti a chi ne farà richiesta o verranno usati per creare un’associazione a suo nome che servirà per aiutare i bambini in situazioni di difficoltà, un suo desiderio da molti anni che svilupperemo insieme». Ma alla fine le condizioni della giovane mamma non sono mai migliorate. Barlumi di speranza si erano avuti i primi giorni di dicembre quando la trentenne era stata dimessa potendo anche passare il Natale a casa. Purtroppo dopo l’Epifania il suo quadro clinico è irrimediabilmente peggiorato.

Michele è titolare di una pizzeria a Truccazzano (Milano) ed è proprio lì che ha conosciuto sua moglie. «Era una mia cliente – ricorda – e quando nel 2015, dopo due anni di fidanzamento, ci siamo sposati è venuta a lavorare con me. Quando abbiamo scoperto che era malata, volevo starle accanto il più possibile, ma purtroppo chi è un libero professionista può contare solo sulla sua attività. Così ho deciso di chiedere aiuto. E anche questa esperienza ci ha permesso di avere sorprese piacevoli: come scoprire la generosità della gente, persino di persone sconosciute che, anche se avevano pochi soldi a disposizione, ci hanno voluto aiutare».

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