Contagi, la provincia di Bergamo tiene
ma il virus corre di più nella Bassa - I dati

Dal 7 al 21 ottobre 859 nuovi casi in provincia . Numeri più alti a Treviglio e Dalmine. Ieri call Ats-sindaci.

Nella Bergamasca c’è una zona precisa dove il virus corre più veloce che altrove. È infatti nella Bassa che si adesso posa l’attenzione, perché i numeri lì hanno una progressione importante. Non da emergenza, ma nemmeno da sottovalutare. Non a caso, la questione è stata affrontata anche ieri nella call convocata tra Ats Bergamo e i 243 sindaci orobici per fornire un quadro epidemiologico aggiornato alla luce dello scenario di nuova emergenza. Numeri, curve e trend, e possibili azioni da intraprendere.

Se in Lombardia si sono superati i livelli di fine marzo, nella Bergamasca le cifre restituiscono un quadro invece simile a quello di fine maggio-inizio giugno. Dal 7 al 21 ottobre, si sono contati 859 nuovi casi di infezione da Sars-CoV-2 in tutta la provincia: in questo periodo, la percentuale di nuovi positivi rispetto ai tamponi effettuati è stata del 3,2% (meno della metà del dato medio giornaliero lombardo), con un picco del 6% toccato il 21 ottobre, quando i contagi sono stati 112 (11,33% il tasso in Lombardia quel giorno). Niente a che vedere con le settimane centrali di marzo (9-27 marzo), quando il tasso di positività a Bergamo aveva raggiunto addirittura il 70%.

L’analisi fornita ai sindaci è scesa poi nella dimensione più territoriale, quella degli «ambiti» in cui è suddivisa la Bergamasca: dall’8 al 21 ottobre, l’ambito di Treviglio è stato quello che ha contato i numeri maggiori (169), seguito dall’ambito di Dalmine (133 nuovi casi), da quello di Bergamo (122) e da quello dell’Isola (114). Guardando invece all’incidenza rispetto alla popolazione di ciascun ambito, emerge un secondo fronte caldo: nell’ambito dell’alto Sebino si sono avuti 151 nuovi casi ogni 100 mila abitanti, appena di più dei 150 dell’ambito di Treviglio; l’incidenza più bassa, invece, si è avuta negli ambiti di Grumello (28) e della val Seriana (38).

Sull’impennata nella Bassa un’altra fotografia, complementare e rinnovata di un paio di giorni, la si ottiene incrociando i dati della Regione: dal 4 ottobre al 23 ottobre, cioè ieri, il solo comune di Treviglio è passato da 372 a 457 casi (si tratta del dato che tiene conto di tutti i casi ufficiali segnalati dall’inizio dell’emergenza), con una «accelerazione» del 22,85% (in particolare, 44 casi solo dal 20 al 23 ottobre), Romano di Lombardia è passato da 231 a 280 casi (+21,21%, con 16 casi solo tra 20 e 23 ottobre), Dalmine da 337 a 376 casi (+11,57%). Un trend, quello della Bassa, decisamente più rilevante della media provinciale, che nello stesso arco di due settimane e mezzo ha accumulato una crescita «solo» del 6,63%, contro il 32,92% della Lombardia intera. Ha praticamente frenato, quasi azzerato la rincorsa, il virus in Valle Seriana: dal 4 al 23 ottobre Albino ha aumentato i contagi dello 0,81%, Nembro dello 0,9%, Alzano del 2,61%. In sostanza, anche nella Bergamasca si riproduce quella frattura che si coglie oggi a livello regionale: i territori più colpiti durante l’ondata di febbraio, marzo e aprile, come appunto la Valle Seriana, segnano una progressione contenutissima, in primis per la quota maggiore di popolazione non suscettibile al contagio, mentre le zone che in primavera avevano accusato un numero minore di contagi, adesso vivono invece una forte accelerazione.

«La nostra provincia in questa fase non è così colpita come altre, anche se nella Bassa i numeri sono più importanti. Nella call si è ribadita l’importanza di un raccordo con i sindaci per condividere la situazione e le azioni da intraprendere per questa fase dell’emergenza – sottolinea Marcella Messina, presidente della Conferenza dei sindaci di Bergamo –, così come l’impegno messo dalle amministrazioni comunali per la messa a disposizione degli spazi per le vaccinazioni».

Al 16 ottobre, ultima rilevazione disponibile, 2.198 bergamaschi si trovavano in isolamento fiduciario: erano 1.537 solo una settimana prima, il 9 ottobre, e appena 697 il 4 ottobre. Anche per questo, ai sindaci sarà trasmesso settimanalmente un «cruscotto» composto da alcuni dati essenziali per monitorare la situazione a livello di ambito e per avere contezza dell’epidemia. Oltre a questo strumento ulteriore, gli amministratori continueranno a ricevere i nominativi dalla Prefettura.

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