I numeri della Bergamasca
Quarta nei contagi lombardi

Sono 14 i casi finora accertati. Martedì la seconda vittima nella nostra provincia dopo l’anziano di Villa di Serio: è un pensionato di Nembro. Altre persone positive in Comuni della media Valle Seriana e anche nella Bassa. Parla l’assessore Gallera. Su «L’Eco» di mercoledì 26 febbraio 14 pagine di approfondimento.

Sarebbero 14 i casi di contagio da coronavirus nella Bergamasca, compreso l’uomo di 84 anni di Nembro deceduto martedì 25 febbraio all’ospedale di Alzano, dov’era ricoverato da tempo con un quadro clinico già seriamente compromesso.

Dei 240 contagi registrati in Lombardia, per numeri Bergamo è al quarto posto dopo le province di Lodi, Cremona e Pavia. Queste le cifre che filtrano dalla Regione, con una mappa articolata del contagio nella Bergamasca, così distribuita: otto casi positivi sono persone residenti a Nembro, uno di Villa di Serio, uno di Albino, uno di Gazzaniga, uno di Bergamo, una ragazza di Romano e uno di Fontanella. Secondo la mappa, i 14 casi bergamaschi rappresenterebbero il 3% del totale, dopo Lodi (24%), Cremona (9%) e Pavia (4%), mentre l’8% dei casi sarebbe in fase di verifica.

L’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, nel fare il punto quotidiano a Milano sull’emergenza in Lombardia ha confermato i tre decessi nella giornata di martedì 25 (oltre all’anziano di Nembro, un uomo di 83 anni di Codogno e un novantunenne di San Fiorano, nel Lodigiano) specificando che «ancora una volta stiamo parlando di persone anziane con seri problemi di natura preesistenti e bisogna verificare che esista un nesso tra la morte e il coronavirus». Una precisazione doverosa, dopo che Gallera in conferenza stampa aveva appena annunciato una nuova modalità di verifica con l’Istituto superiore di sanità per attribuire con certezza i decessi al coronavirus.

Oltre la metà dei contagi nella Bergamasca si registra a Nembro, tutte persone transitate nell’ospedale di Alzano. «Un numero non trascurabile di casi proviene da quell’area – ha sottolineato Gallera –. C’era un primario dell’ospedale di Alzano risultato positivo. Ma è presto per parlare di un nuovo focolaio. Stiamo valutando la situazione». Sui 240 casi totali di positività al virus in Lombardia sono stati processati 1.800 tamponi in totale e «a breve – ha aggiunto Gallera – potranno processare i tamponi anche il Policlinico di Milano, l’ospedale Niguarda di Milano e quelli di Monza, Bergamo e Brescia. Nessun reparto degli ospedali lombardi sta chiudendo e non c’è nessun tipo di interruzione dell’attività sanitaria in programma. Stanno arrivando gli approvvigionamenti di tamponi e mascherine nei presìdi ospedalieri».

Quindi ospedali operativi, dopo le voci che si rincorrevano su possibili restrizioni oltre i confini della zona rossa nel Lodigiano. Poi un appello a non interrompere le donazioni volontarie di sangue, «ancora più importanti in un momento come questo». In questi giorni si sono moltiplicate le chiamate al numero unico regionale 800-894.545 effettuate da chi dichiara sintomi influenzali e difficoltà respiratorie: «A oggi il numero unico regionale sta ricevendo una media di circa 250-300 mila chiamate al giorno – hanno rimarcato Gallera e l’assessore regionale alla Protezione civile, Pietro Foroni –. Per questo motivo sono già operativi 21 volontari della Protezione civile e altri ancora stanno terminando la formazione. Abbiamo identificato anche delle strutture per le persone da sottoporre in quarantena: 59 posti sono disponibili in una struttura militare nel quartiere milanese di Baggio e 50 nell’ex ospedale di Baggio, oltre a una quarantina a San Damiano, nel Piacentino».

Potenziata anche l’attività di filtraggio per chi si reca negli ospedali: «Per smistare ed accogliere le persone sono stati individuati punti di triage negli ospedali di Bergamo, Brescia, Crema e Casalmaggiore». Il governatore Fontana a tal proposito ha voluto rivolgere «un caloroso ringraziamento a tutte le persone, in particolare gli operatori della sanità che, giorno e notte, lavorano con assoluta professionalità e impagabile impegno per affrontare questa emergenza. A loro va l’applauso di tutti i lombardi, e particolare vicinanza va alle persone costrette a vivere nella zona rossa del Lodigiano. La popolazione sta reagendo in maniera composta e civile. Siamo tranquilli e fiduciosi». L’assessore Foroni ha aggiunto: «Si lavora senza sosta ed è stato costituito un centro coordinamento soccorsi presso la Prefettura di Lodi, un centro operativo misto presso il Comune di Codogno e centri operativi comunali presso ogni singolo Comune interessato. Sono in campo circa cento volontari della nostra sala operativa per far fronte alle emergenze, aiutare le persone isolate e soprattutto gli anziani».

La Regione, considerato che il nuovo coronavirus è un virus respiratorio che si diffonde principalmente attraverso il contatto stretto con una persona infetta, ha richiesto l’acquisizione immediata di 52 milioni di dispositivi di protezione individuale, per far fronte all’esigenza epidemiologica da Covid 19. Nei dispositivi sono ricompresi tute, guanti in nitrile e in vinile, mascherine chirurgiche a tre e quattro strati e tamponi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA