Costa di Mezzate, dopo il maxi rogo
è crollata una parte del capannone

Crolla il lato sud dell’edificio della ditta di autotrasporti. Danni ingenti, chiuse varie ditte vicine. Attesa per i dati sulla qualità dell’aria.

È al collasso il capannone dell’azienda di autotrasporti e logistica Pezzotta Saul che venerdì notte è stato devastato dalle fiamme, nella zona industriale di Costa di Mezzate: a distanza di 48 ore, tra domenica e ieri, durante il temporale una parte della struttura è crollata nell’area a sud. Quei muri erano già sotto stretto controllo dei vigili del fuoco, sul posto ininterrottamente da venerdì notte. Si erano gonfiati per effetto del calore e alla fine hanno ceduto.

È un danno enorme, probabilmente di alcuni milioni, anche se ufficialmente dall’azienda non è stato quantificato. Poco si è salvato di tutto quello che c’era all’interno della Pezzotta Saul. La struttura, inagibile, inaugurata solo un anno fa, si sta lentamente sbriciolando.

Al lavoro ci sono le squadre di vigili del fuoco che presidiano la zona giorno e notte per spegnere i numerosi focolai che restano accesi. Nemmeno la pioggia delle ultime ore è riuscita a spegnerli. Ieri mattina in azione c’erano le squadre di pompieri del comando provinciale di Bergamo e del distaccamento di volontari di Gazzaniga. Il fumo non si placa anche perché non è possibile (per i pompieri) «smassare» le lamiere bruciate e tutto quello che rimane nascosto sotto: l’area di cinquemila metri quadrati è stata sequestrata dai carabinieri. L’ipotesi più probabile dell’incendio resta l’origine accidentale. Durante il monitoraggio, fino a ieri, non è stato trovato nulla che possa far supporre l’ipotesi del dolo.

Le fiamme hanno fatto sciogliere tutto, nove mezzi pesanti e tutto il materiale accatastato nel magazzino. All’interno di alcuni camion c’erano quintali di frutta candita ormai incenerita. Ieri mattina le aziende che si trovano di fronte al capannone bruciato, hanno ripreso la loro attività. Diversamente quelle che si trovano sullo stesso lato della strada, tutte sono rimaste chiuse, a seguito di una ordinanza del Comune. Un provvedimento emesso a causa del fumo sprigionato dai focolai, quindi a tutela della salute pubblica.

Il provvedimento è valido anche per i 20 residenti – cinque famiglie di africani e asiatici - della vicina cascina Valsecchi che hanno dovuto trascorre nuovamente la notte fuori casa. Gli alpini del paese in questi giorni stanno fornendo loro vitto e alloggio, nella loro sede e nei vicini spogliatoi del centro sportivo comunale.

Proseguono intanto i controlli per verificare l’entità dell’impatto ambientale dopo l’incendio. Secondo i primi controlli di Ats non sono state riscontrate particolari criticità: il primo livello di allerta diffuso dai Comuni nella mattinata di sabato è rientrato nella stessa giornata, intorno alle 18. Per la giornata di oggi è previsto un nuovo sopralluogo degli esperti di Ats.

Ancora in attesa di Arpa

Era atteso per la giornata di ieri, ma non è arrivato, l’esito dei monitoraggi sulla qualità dell’aria da parte di Arpa - il personale era presente ieri mattina sul posto - che da sabato mattina ha posizionato due centraline mobili tra Costa di Mezzate e Bolgare. I campioni d’aria sono stati inviati ieri in laboratorio e i risultati saranno comunicati entro il fine settimana. Inoltre, Arpa Lombardia ha fatto sapere che i tecnici del Gruppo specialistico contaminazione atmosferica ieri mattina hanno installato un terzo filtro «ritenendo necessario - si legge nella nota - proseguire con il monitoraggio in continuo dei microinquinanti, tra cui diossine e furani».

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