Costa di Mezzate: Vigili del fuoco sul posto
Si teme il crollo del capannone incendiato

A rendere la situazione ancora più rischiosa sono le previsioni del tempo che annunciano pioggia abbondante nella serata di domenica 2 agosto.

Sono ancora sul posto i Vigili del fuoco per monitorare la situazione dopo l’incendio che ha completamente distrutto un capannone a Costa di Mezzate. Nella mattinata di domenica 2 agosto i pompieri hanno presidiato l’area di via Landri perché si teme il crollo del capannone incenerito dalle fiamme che lo hanno avvolto sabato 1 agosto. A rendere la situazione ancora più rischiosa sono le previsioni del tempo che annunciano pioggia abbondante nella serata di domenica 2 agosto. Intanto restano anche sfollate le famiglie che risiedevano in una cascina nei pressi del capannone.

Un brutto colpo per la ditta Trasporti Saul: ieri mattina, seduto sul marciapiede, si reggeva la testa con una mano e con l’altra si accarezzava il piede sinistro, coperto da una garza, con la pianta scottata mentre nella notte aveva cercato disperatamente di portare fuori i camion dalla sua ditta avvolta dalle fiamme. Saul Pezzotta non riusciva a staccare gli occhi dal capannone ormai mangiato dal fuoco, in via Landri a Costa di Mezzate. Un’impresa di famiglia creata dal padre, Luciano, scomparso nel 2016 in un infortunio sul lavoro, e che da un anno e mezzo si era spostata da Lallio a Costa di Mezzate. «Lasciatemi in pace. Mi sembra tutto assurdo, non riesco a capire come possa essere accaduta una cosa simile», mormorava Saul. La colonna di fumo, nera, densa, dall’odore bruciante che attaccava alla gola, intorno alle 10 era ancora alta, ben visibile nel cielo azzurro solcato dagli aerei diretti a Orio al Serio. Il capannone della ditta Pezzotta, specializzata in logistica e autotrasporti, ha continuato a bruciare per tutto il giorno, all’interno si scioglievano materiale stoccato, gli arredi degli uffici, e i camion che vi erano parcheggiati, nove sono andati distrutti, due sono stati messi in salvo.

L’allarme è scattato poco dopo l’una di notte, tra venerdì 31 luglio e sabato 1 agosto: stando alle ricostruzioni effettuate dai carabinieri di Calcinate e della Compagnia di Bergamo intervenuti sul posto, intorno a mezzanotte era tutto tranquillo; un addetto della ditta non aveva avvertito alcunché, dopo che aveva lasciato il mezzo all’interno ed era andato a casa. Subito dopo il transito di controllo della pattuglia della Sorveglianza italiana, è stato invece l’autista di un camion in transito nella zona industriale a vedere il fumo. Una questione di secondi, poi il fuoco ha lambito i mezzi e i muri, facendo sciogliere le gomme degli autoarticolati, e intaccando il materiale stoccato all’interno. Saul Pezzotta è arrivato sul posto quasi subito, con lui i suoi familiari, il sindaco di Costa di Mezzate, Luigi Fogaroli, che ha attivato la Protezione civile di Costa di Mezzate/Montello e in supporto quella di Bolgare; oltre 20 equipaggi dei vigili del fuoco di Bergamo, Lecco, Monza, Gorgonzola, Palazzolo, Gazzaniga, Dalmine, Treviglio, Madone e Romano sono stati inviati, per un totale di almeno 50 uomini, a domare un rogo che ha generato un’enorme cappa grigiastra visibile da Costa di Mezzate fino a Seriate, da Albino (dove il sindaco ha dato l’allarme su Facebook per la valle del Lujo) ai Colli di San Fermo. I vigili del fuoco hanno lavorato ben oltre il tardo pomeriggio di ieri, le operazioni di smassamento si protrarranno fino a oggi, mentre i carabinieri hanno avviato accertamenti: l’ipotesi è di un evento accidentale, si parla di uno sbalzo di tensione, una scarica elettrica che ha innescato il fuoco. Nella zona, peraltro, si è registrato un black out di alcuni minuti, proprio in contemporanea al divampare delle fiamme. «Ho sentito come un botto, un fortissimo scoppio, e poi il caldo delle fiamme. Sono subito uscito di casa, avevo paura, e sono scappato verso il paese». Così racconta l’incendio Mohamed, giovane rifugiato della Guinea Bissau che abita, ospite in Italia per un progetto Sprar, nella cascina Valsecchi, adiacente alla ditta andata in fumo: lui, con altre cinque famiglie, un totale di 20 persone, sono stati ospitati e rifocillati ieri alla Casa degli Alpini del paese: era l’aria piena di fuliggine a creare maggiori problemi.

Non a caso l’Arpa, intervenuta sul posto con l’Ats, aveva diramato l’allerta 1 per la zona dei comuni a sud-sud ovest di Costa di Mezzate (allerta poi rientrata): i venti, che spiravano in quella direzione, trasportavano fumi e polvere e i cittadini della zona sono stati invitati a tenere chiuse le finestre. Ora si attendono gli accertamenti sui materiali all’interno del capannone per capire cosa è bruciato e se si possano essere liberate sostanze pericolose per la salute. Quattro aziende limitrofe alla Pezzotta, intanto, ieri mattina hanno sospeso la produzione, mentre in paese si sono registrati problemi per la pressione dell’acqua nei piani alti delle abitazioni: il prelievo massiccio da parte dei pompieri nelle operazioni di spegnimento (centomila litri utilizzati), ha determinato il disservizio.

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