Covid, contagi in provincia di Bergamo
Incidenza raddoppiata in due settimane

In Bergamasca ieri altri 126 nuovi positivi: sopra i 100 da 7 giorni. L’indice ogni 100 mila abitanti era a 62 casi tra il 3 e il 9 febbraio, ora è a 116.

Altri 126 nuovi casi martedì, e fanno 1.281 negli ultimi sette giorni. Da ormai una settimana consecutiva, Bergamo costantemente supera la soglia delle 100 nuove infezioni quotidiane: non accadeva dal periodo 30 novembre-6 dicembre. Brescia, il territorio più sotto stress, non si divincola dalla morsa dei contagi: ieri 506 nuovi casi, praticamente gli stessi del Milanese (+532) benché lì la popolazione sia quasi il triplo.

Nella terra della Leonessa, negli ultimi sette giorni le diagnosi di positività sono state addirittura 4.130, più di un quarto di tutte quelle censite in Lombardia nello stesso periodo (16.520). È questo il dramma di Brescia, che per contiguità s’allarga anche alla Bergamasca. Con una girandola però peculiare di indicatori: l’incidenza dell’epidemia, cioè il «peso» dei nuovi contagi sul totale della popolazione, per il Bresciano nell’ultima settimana ha visto 329 nuovi contagi ogni 100 mila abitanti, il quinto più alto tra tutte le province d’Italia, e contro un dato lombardo di 175 nuovi casi ogni 100 mila abitanti. Bergamo, dove la recrudescenza è certo evidente, mostra in realtà una delle incidenze settimanali più contenute della Lombardia: 116 nuovi casi ogni 100 mila abitanti, dunque sotto il trend regionale, e appena più dei 115 di Lodi.

Ma se si guarda a un paio di settimane fa, lo scenario è ben diverso: tra 3 e 9 febbraio, l’incidenza della provincia di Bergamo era di 62 contagi ogni 100 mila abitanti (quasi da zona bianca), oggi è dunque praticamente raddoppiata; quella lombarda invece era a 119, +47% in due settimane. La progressione della Bergamasca, in sostanza, negli ultimi 14 giorni è stata a velocità doppia rispetto alla regione nel suo complesso. Un quadro che si ritrova nelle slide mostrate ieri da Guido Bertolaso in Consiglio regionale: l’incremento percentuale dei casi a Bergamo è il più alto della regione, mentre l’incidenza è contenuta; a Brescia, dove la crescita percentuale s’è ora attenuata, l’incidenza è invece alle stelle.

I dati di giornata hanno consegnato ieri 2.480 nuovi casi in tutta la Lombardia, a fronte di 35.149 tamponi (22.540 molecolari, 12.609 antigenici rapidi); il tasso di positività è al 7,06%, in linea con gli ultimi giorni. Detto di Bergamo (+126 casi ieri), Brescia (+506) e Milano (+532, di cui 223 in città), un deciso rimbalzo verso l’alto torna a osservarsi nella Lombardia occidentale: +425 contagiati a Varese, +313 a Como, +143 a Monza; nel Comasco si registra la seconda incidenza più alta dell’intera Lombardia, 202 positivi ogni 100 mila abitanti negli ultimi sette giorni. Sono stati 43 ieri i decessi in tutta la Lombardia: di questi, uno in provincia di Bergamo e ben 11 in quella di Brescia.

Sempre ieri, l’Associazione italiana di epidemiologia ha diffuso il nuovo report settimanale sull’incidenza del contagio su base regionale, un dossier che spesso è finito anche sulle scrivanie degli uffici della Regione (per esempio a inizio gennaio, quando Fontana prolungò la didattica a distanza per le superiori). Nell’ultimo aggiornamento, che si spinge a un analisi disaggregata per classi di età sino a metà febbraio, gli epidemiologi scrivono che «in Lombardia si evidenzia un aumento del tasso di incidenza, in particolare nelle classi di età più giovani. Tale fenomeno si accompagna a forti differenze sub regionali: nella provincia di Brescia l’incidenza settimanale è oltre 250 casi ogni 100.000 abitanti mentre per tutte le altre province sono presenti tassi di incidenza inferiori. Si segnala altresì la facilità di riscontro nei test di laboratorio della variante Uk nella provincia di Brescia rispetto alle altre province – è un passaggio del documento -. I casi nelle Rsa e negli operatori sanitari (primi target della vaccinazione) sono in diminuzione (anche nella provincia di Brescia, in controtendenza rispetto all’andamento complessivo della provincia)».

Dal 7 al 14 febbraio, appunto, l’incidenza si è alzata per tutte le età tranne che per gli over 85. Sempre l’Associazione italiana di epidemiologia fornisce una stima dell’Rdt, l’indice di replicazione diagnostica del virus, considerato una versione «semplificata» dell’Rt calcolato dall’Istituto superiore di sanità: sulla base degli ultimi dati, l’indice in Lombardia è ora salito a 1,28. Pericolosamente alto.

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