Covid: Pfizer, Moderna, Astrazeneca
Tutto ciò che c’è da sapere sui tre vaccini

Sono quelli autorizzati finora dall’Ema per l’Italia e l’Europa: Pfizer-Biontech, Moderna e Astrazeneca. Come funzionano, per che fasce d’età, quante dosi, a che temperatura: risponde l’Agenzia italiana del farmaco.

Pfizer, Moderna, Astrazeneca. Sono tre i vaccini a disposizione dell’Italia e dell’Europa per la campagna di immunizzazione contro il Covid-19. Campagna iniziata nella Bergamasca lo scorso 27 dicembre, con quel V-day dal valore altamente simbolico promosso all’ospedale «Papa Giovanni XXIII» e all’ospedale «Pesenti Fenaroli» di Alzano. Allora, di vaccini autorizzati dall’Ema ce n’era soltanto uno: quello messo a punto da Pfizer-Biontech. Ma adesso che anche sul territorio orobico la campagna procederà con gli altri due vaccini approvati, e quindi con Moderna e Astrazeneca, fioccano le domande: quali sono le differenze fra i tre sieri? A chi spettano? Dove e su quante persone sono stati testati? Ecco le principali risposte, fornite dall’Ema, da Aifa e dalle stesse aziende produttrici.

PFIZER-BIONTECH

Il vaccino Pfizer-Biontech (le due aziende sono, rispettivamente, americana e tedesca) è stato il primo ad essere autorizzato dall’Ema, il 21 dicembre scorso, ed è quello con cui è stata avviata la campagna anche nella Bergamasca. Può essere utilizzato per tutti i cittadini dai 16 anni e si somministra in due dosi a distanza di 21 giorni. L’efficacia è pari al 95%. Gli studi di sperimentazione sono stati condotti arruolando volontari in sei Paesi (Stati Uniti, Germania, Brasile, Argentina, Sudafrica e Turchia) con la partecipazione di oltre 44 mila persone (l’efficacia è stata però calcolata su 36 mila volontari che non presentavano segni di precedente infezione), inclusi gli over 75. La sperimentazione ha mostrato che il numero di casi sintomatici di Covid-19 si è ridotto del 95% nei volontari che hanno ricevuto il vaccino (8 casi su 18.198) rispetto a quelli che hanno ricevuto il placebo (162 casi su 18.325). Com’è fatto il vaccino Pfizer-Biontech? Si tratta di un vaccino innovativo, che sfrutta la tecnica dell’Rna messaggero: la molecola contiene le istruzioni per far produrre all’organismo una proteina presente su Sars-CoV-2, la proteina spike, in modo da attivare la risposta del sistema immunitario. Come ribadisce Aifa, non contenendo il virus, il vaccino non può provocare la malattia. E l’Rna messaggero, come tutti gli mRna prodotti dalle cellule, si degrada naturalmente dopo pochi giorni dalla somministrazione. Quanto alle modalità di conservazione, il vaccino Pfizer deve essere stoccato in ultrafreezer che lo mantengano a una temperatura pari a -70 gradi. Può essere conservato anche a temperature meno rigide, fra i due e gli otto gradi, ma per un massimo di cinque giorni.

Secondo il piano di Regione Lombardia, da Pfizer dovrebbe arrivare la quantità maggiore di vaccini previsti per febbraio: alla nostra regione dovrebbero essere consegnate 84 mila dosi entro il 7 febbraio, 85 mila nella seconda settimana del mese, 104 mila fra il 15 e il 21 febbraio e infine 105 mila fra il 22 e il 27 febbraio, per un totale mensile di 378 mila dosi.

MODERNA

Il vaccino prodotto da Moderna – azienda con quartier generale a Cambridge (Massachusetts, Usa) – è stato autorizzato dall’Ema il 6 gennaio per tutti i cittadini dai 18 anni. Anche in questo caso la somministrazione avviene con due dosi, ma il richiamo viene fatto a distanza di 28 giorni. L’efficacia dichiarata è pari al 94,1%. Gli studi di sperimentazione sono stati condotti negli Stati Uniti, coinvolgendo più di 30 mila persone: oltre la metà (58,6%) dei partecipanti aveva un’età compresa tra 18 e 64 anni, il 24,8% aveva 65 anni o più e il 16,7% un’età inferiore a 65 anni ma con malattie concomitanti che aumentavano il rischio di malattia Covid-19 grave. Complessivamente, nel gruppo che ha ricevuto il vaccino (l’efficacia è stata calcolata su 28 mila persone) sono stati registrati 11 casi di infezione (su 14.134 volontari), contro i 185 accertati nel gruppo (composto da 14.073 persone) che ha ricevuto il placebo: il vaccino ha quindi dimostrato un’efficacia del 94,1%.

Anche Moderna, come Pfizer, sfrutta la tecnica innovativa dell’Rna messaggero, ma non richiede la stessa catena del freddo: il siero Moderna viene infatti conservato a temperature comprese tra -15 e -25 gradi, ma è stabile anche tra i due e gli otto gradi per 30 giorni. In Lombardia, a febbraio, Moderna dovrebbe consegnare un totale di 115 mila dosi: di cui 11 mila questa settimana, 22 mila la prossima e 82 mila negli utili sette giorni del mese.

ASTRAZENECA

L’autorizzazione da parte dell’Ema ad Astrazeneca, terzo vaccino approvato in Europa, è arrivata il 29 gennaio: nonostante l’Agenzia del farmaco europea l’abbia approvato senza limitazioni dai 18 in su, Aifa ne ha raccomandato l’utilizzo «preferenzialmente per la popolazione tra i 18 e 55 anni e senza patologie gravi, per la quale sono disponibili dati più solidi». La somministrazione di Astrazeneca avviene a due dosi, con il richiamo fra le 4 e le 12 settimane dopo la prima iniezione. Il vaccino ha un’efficacia pari al 59.5%: efficacia calcolata tenendo conto di due dei quattro studi avviati (in Inghilterra e Brasile), durante i quali il numero di casi sintomatici di Covid-19 si è ridotto del 59,5 % nei soggetti a cui era stato somministrato il vaccino (64 su 5.258), rispetto a quelli che avevano ricevuto il placebo (154 su 5.210). La maggior parte dei partecipanti ai quattro studi promossi – che hanno coinvolto, complessivamente, circa 24 mila volontari arruolati nel Regno Unito, in Brasile e Sud Africa – aveva tra i 18 e i 55 anni di età: non essendoci ancora dati sufficienti relativi agli over 55 per stabilire il grado di efficacia del vaccino in questa popolazione, Aifa ha deciso di raccomandarne l’uso per la popolazione più giovane.

Come funziona il siero di Astrazeneca, azienda con quartier generale a Cambridge (Inghilterra)? Si tratta di un vaccino a vettore virale: si utilizza un adenovirus di scimpanzè, reso innocuo e incapace di replicarsi, per trasportare nell’organismo un gene in grado di far produrre alle cellule del nostro corpo la proteina spike. Proteina contro cui si attiva la risposta del sistema immunitario, che produce gli anticorpi neutralizzanti.

Astrazeneca ha dalla sua le modalità di conservazione, che prevedono la possibilità di mantenerlo a temperature di frigo (2-8 gradi) per sei mesi. Quanto alle dosi in arrivo, in Lombardia ne dovrebbero essere consegnate 182.952: 71.904 fra l’8 e il 14 febbraio e 111.048 fra il 15 e il 21 febbraio

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