Covid, solo 500 multe su 25mila controllati
«Si continui così, da responsabili»

Il questore Auriemma: «Norme anticovid, solo 500 multe su 25 mila controllati. Pesa la prima ondata». Raddoppiate le pattuglie in città: entro gennaio in organico 60 poliziotti in più. Effetto lockdown: reati giù del 25%.

«I dati sul coronavirus da noi a Bergamo sono in miglioramento e i controlli dimostrano che i bergamaschi rispettano le regole. Solo nella prima fase del secondo lockodown si erano registrate alcune manifestazioni non preventivamente comunicate e sfociate in 80 denunciati». Mentre sfoglia l’anteprima digitale del nuovo calendario della polizia, che sarà disponibile a breve (con ricavato in beneficenza), nel suo ufficio di via Noli il questore Maurizio Auriemma fa il punto sulla sicurezza. All’esterno, la facciata della questura è coperta da un telo.

Dottore, cosa succede qui fuori?

«L’anno scorso, in occasione del centenario della questura, avevamo chiesto ai ragazzi del Manzù la possibilità di realizzare qualcosa di simbolico che rappresentasse la questura sulla facciata vuota e grigia. È nata una rappresentazione grafica molto bella, che inaugureremo da remoto giovedì prossimo, con un’opera dello scultore Domenico Boscia, messinese che ha usato il marmo di Zandobbio, donatoci dai titolari della cava».

Venendo al Covid-19, com’è la situazione dalla sua prospettiva?

«I dati epidemiologici sono confortanti. Ora noi applicheremo le norme previste dal nuovo decreto, coordinandoci come sempre al Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica».

È vero che la gente, rispetto alla primavera, ora è più suscettibile per il rispetto delle regole?

«A fine ottobre siamo stati tra i primi ad avere il fermo degli spostamenti notturni: inevitabile un sentimento di scoramento e rabbia. Devo però registrare che solo nei primi giorni c’era stato qualche momento frizzante in piazza, in realtà un po’ in tutta Italia, con interventi seri da parte nostra e la denuncia di 80 persone, oltre a un arrestato. Si può sempre manifestare, ma in forma statica. Passato quel periodo, il concittadino bergamasco ha rispettato le regole ed è bene che si continui così. Dai dati dei controlli di tutte le forze di polizia emerge che, su un totale di circa 25 mila persone controllate dal 6 novembre al 3 dicembre, i sanzionati sono stati solo 500. E i negozi controllati sono stati circa 5 mila, di cui solo 13 sanzionati e 7 chiusi temporaneamente».

Come vi siete rapportati tra forze di polizia nel tavolo di coordinamento dei controlli da lei presieduto?

«La polizia si è occupata delle città di Bergamo e Treviglio, interagendo con le polizie locali, la Finanza ha partecipato ai controlli dove non sono presenti né polizia né carabinieri che, invece, hanno gestito la parte della provincia dove la loro presenza come Arma è più capillare. Mentre la Stradale ha monitorato le provinciali e la Polfer le stazioni. Questo coordinamento ha portato ai risultati già detti, benché stavolta il numero di autorizzati a circolare fosse maggiore. Avendo la Bergamasca le “stigmate” da Covid, ha reagito in modo conseguente e serio. In tanti stanno lavorando: dispiace per le attività che ora sono momentaneamente ferme».

Dunque, bergamaschi promossi?

«Non sta a me dare voti o punteggi. Dal mio angolo di osservazione ho notato che nel mondo del lavoro e sindacale c’è stata grande responsabilità: non si è soffiato sul fuoco della rivolta, visto quanto passato dalla Bergamasca».

Con il lockdown i reati sono calati?

«I delitti sono scesi da 33.908 a 25.520, con un calo del 25%. I furti sono diminuiti, mentre le rapine sono aumentate di 12, da 265 a 277, soprattutto in città, passate da 68 a 86. Le truffe, al contrario, sono cresciute in periferia, anche se solo di un centinaio, da 2.737 a 2.832. La questura ha effettuato circa mille pattuglie in più in città e a Treviglio: ciò significa due o tre macchine in giro in più ogni giorno, il doppio di prima. Ciò grazie alle risorse mandate dal Dipartimento dal 2019: entro gennaio, con l’arrivo di 15 ulteriori poliziotti, saremo a 60 persone in più, al netto di chi è andato in pensione».

Qui in questura com’è stato l’impatto del Covid-19, che tra l’altro ha avuto, tra i primi, anche lei?

«Abbiamo retto bene: i tamponi positivi, da marzo, sono stati una ventina su circa 700 poliziotti. E anche ai test sierologici volontari effettuati a maggio, i positivi sono stati il 26%. Alle donne e agli uomini della polizia di Stato il mio apprezzamento e ringraziamento. Inoltre, in questa seconda fase abbiamo deciso di tenere aperti tutti gli uffici per il pubblico».

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