Covid, tre vaccini in arrivo a Bergamo
«L’arma ora è la mascherina»

I vaccini contro il Covid, unica vera strategia per fermare la pandemia, arriveranno nei primi mesi del 2021. Ma il vaccino più efficace anche nei prossimi mesi resterà il distanziamento.

Il seminario web organizzato da Mondosanità, in collaborazione con l’Osservatorio di Motore Sanità, AstraZeneca e IT-MeD, ha consentito a vari esperti di confrontarsi su sicurezza, produzione, consegna e beneficiari dei vaccini nei giorni in cui numerosi test vaccinali hanno raggiunto la fase 3 di sperimentazione clinica e quindi valutati dalle autorità competenti per sconfiggere l’infezione.

I tre vaccini in fase di approvazione rapida sono quello prodotto da Astrazeneca-Oxford (59.500 soggetti arruolati in Fase 2-3) che si conserva a 2-8 gradi centigradi; il vaccino della Pfizer-Biontech (45 mila soggetti arruolati in Fase 2-3) che sfrutta la tecnologia dell’Rna messaggero (si conserva a -80 gradi centigradi), e quello prodotto da ModeRna (30.700 soggetti arruolati in Fase 2-3), stabilizzato per essere conservato a -20 gradi centigradi per sei mesi e tra 2 e 8 gradi per 1 mese. A breve potrebbe arrivare un quarto vaccino, quello di Janssen (Johnson&Johnson). Giovanni Rezza, direttore generale Prevenzione sanitaria del Ministero della Salute, ha ribadito: «Il vaccino migliore finora è stato il distanziamento. Ci sono tanti candidati vaccini, ma se nel frattempo non persistiamo in comportamenti virtuosi l’epidemia ripartirà. I vaccini opzionati dall’Italia rappresentano il 13,46% delle dosi acquisite dall’Unione Europea e da gennaio arriveranno le prime dosi limitate. Saranno privilegiati gli operatori sanitari e gli anziani. Bisognerà essere flessibili nella strategia vaccinale, ma siamo ancora lontani dall’immunità di gregge». Un accenno alla Bergamasca: «In Val Seriana a marzo si è vista un’incidenza elevata di casi che ha messo in crisi il sistema sanitario anche per altre patologie. Siamo sempre prudenti». I vaccini ordinati dall’Italia sono 202,57 milioni di dosi (di cui 40,38 AstraZeneca; 26,92 Pfizer/BionNTech, 10,77 ModeRna). «Fin quando non sarà raggiunta l’immunità di gregge, mascherina e distanziamento sociale dovranno essere mantenuti – ha rimarcato Antonio Cascio, direttore Malattie infettive del Policlinico Giaccone di Palermo –. Studi futuri stabiliranno la durata della protezione e la necessità del richiamo». «Mentre logistica, priorità e scelta del vaccino sono delineate, altre domande attendono una risposta – ha aggiunto Claudio Zanon, direttore scientifico dell’Osservatorio Motore Sanità –. Non solo la durata della copertura, ma anche il possibile obbligo alla vaccinazione, l’uso della sierologia in chi ha già avuto il Covid e il ruolo delle vaccinazioni antinfluenzale e antipneumococcica». «I vaccini antiCovid non saranno l’arma finale, se non riusciremo a renderli disponibili a tutti – ha evidenziato Stefano Vella, docente Global Health Catholic University of Rome -. È un’epidemia globale». Roberto Nisini, direttore di Immunologia-Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di Sanità, ha chiarito che «reazioni gravi sono molto rare».

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