È morto il fotografo Silvano Marini
Ha raccontato i cantieri Riva

Due cittadine: Sarnico e Paratico unite nel cordoglio per la morte dello storico fotografo Silvano Marini, 81 anni, personaggio conosciuto per le moltissime attività che lo hanno caratterizzato, dentro e fuori l’ambito parrocchiale.

Apprezzatissimo fotografo, era attivo da 65 anni. Originario di Paratico, da dietro l’obiettivo con i sui scatti guardava il mondo degli altri e sapeva fotografare al momento opportuno.

Per anni fotografo dei Cantieri Riva per quanto riguardava la storia e la produzione dei motoscafi, è stato, soprattutto, quello dei matrimoni, dei momenti lieti e tristi della cittadina. Con maestria ha saputo catturare quegli attimi della quotidianità che poi conservava gelosamente nel suo archivio. Fotografo ma anche appassionato di cinema: alla fine degli anni ‘50, fresco diplomato alla scuola del «Centro studi cinematografici» di Milano, cominciò ad affacciarsi al mondo della celluloide. A Paratico aveva avviato uno studio fotografico, ma la volontà di fare il regista cinematografico prevaleva. La spinta gli era stata data all’esame di regia quando di fronte ad esaminatori del calibro di Ermanno Olmi, presentò un lungometraggio 16 mm dal titolo «Poesia e lavoro sul lago d’Iseo», unico film tutt’ora esistente sulla produzione dei motoscafi in legno e dei Riva».

Così lo ricorda il parroco don Vittorio Rota: «È uno strazio salutare la tua gente in questi giorni di emergenza. Accomiatarsi da loro così sbrigativamente lacera il cuore. Se ne è andato così anche il nostro Silvano. Per Sarnico non serve specificare quale: lui era “il” Silvano. Il suo stile di fare le cose era sempre lo stesso: quello della generosità. Questa era la sua “cifra” esistenziale e la esprimeva nel canto, nel suo lavoro, nel suo servizio come ministro straordinario della comunione, nell’amore grande per tutta la sua famiglia, direi soprattutto nella sua incrollabile fede. Fotografo appassionato, non mancava di dare il suo contributo anche al nostro mensile parrocchiale di cui è stato uno dei fondatori. Caro Silvano, chissà che gioia per te ora poter incontrare il Signore e soprattutto la tua amata Madonna, vero faro della tua vita e della tua fede. Mi piacerebbe chiederti: perché non Le fai una foto e ce la mandi? Sarà sul prossimo numero de “il Porto”, promesso!».

«Un pensiero affettuoso va a tutta la sua famiglia: alla moglie Maria alle figlie Elena, Anna e Cristina, ai fratelli, ai generi, ai nipoti e alla sua amatissima pronipote Asia. Vorrei abbracciarvi tutti, ma se ora non ci è consentito, possiamo stringerci attorno alla croce, centro delle liturgie di questa Settimana Santa. Lì possiamo trovare quell’amore che conforta, quella misericordia che rialza, quella speranza che diventa certezza che un giorno ci incontreremo di nuovo e ci abbracceremo non più per sostenerci nel dolore, ma per gioire nella risurrezione».

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